Il Pdl alla prova del chiarimento

Oggi la direzione nazionale e la riunione congiunta di tutti i gruppi parlamentari. Dalla Gelmini a Rotondi appello all’unità: Berlusconi e Alfano non sono inconciliabili

Il Pdl alla prova  del chiarimento

Roma - La sterzata di Pier Ferdinando Casini e la proposta di «un patto tra progressisti e moderati» - che tradotto in italiano significa «sono pronto ad andare con Bersani» - agisce come una scossa sulle carni del Pdl. In molti dentro il partito di Via dell’Umiltà leggono nella nuova alchimia delle alleanze il segnale che è necessario cambiare passo, recuperare iniziativa politica e dialogare con quell’elettorato potenzialmente spiazzato dalla coabitazione tra post Dc e post-Pci.
«Se l’Udc diventa una costola della sinistra si aprono spazi interessanti per noi» spiega Mariastella Gelmini. «Quella di Casini è una posizione che fa chiarezza nel campo del centrodestra e che assegna al Pdl grandi responsabilità. Ora bisogna tornare a giocare di squadra. Non è tempo di diktat o di assurdi tentativi di dividere Berlusconi da Alfano. Berlusconi crede nel Pdl e ha un rapporto forte con il segretario. Ma bisogna lasciare a Berlusconi la possibilità di fare Berlusconi. Ora abbiamo il dovere di mettere in campo tutte le energie: rilanciare, sotto la guida di Alfano, un forte Pdl che sia architrave del centrodestra. Nello stesso tempo valorizzare la capacità di innovare che Berlusconi possiede».
Le parole di Mariastella Gelmini fanno seguito a quelle di Sandro Bondi che manifesta «disagio» per gli «altolà rivolti a Berlusconi». E a quelle di Gianfranco Rotondi che denuncia l’inopportunità di frenare l’azione dell’ex premier. «A furia di inseguire gli avversari stiamo facendo la fine delle botte a muro. Alfano ha il sostegno di tutti noi. Ma è Berlusconi a tenerci insieme e chi se n’è stancato non ha che da dirlo». Raccontano che anche il segretario non ne voglia sapere di essere messo in contrapposizione con Berlusconi. Oggi il calendario offre subito l’occasione per un chiarimento. Alle dieci è, infatti, convocata la direzione nazionale per l’approvazione del bilancio. A seguire si svolgerà la riunione con i gruppi congiunti di Camera, Senato ed Europarlamento del Pdl. Una assemblea in cui potrebbe anche essere discussa la proposta Meloni-Corsaro di una «pre-selezione all’ingresso» per le nuove candidature giovani, con l’obbligo di avere almeno una esperienza elettiva alle spalle.
Di certo già questa settimana potrebbe esserci una accelerazione forte sul fronte delle primarie, uno strumento necessario a certificare il passaggio del Pdl da partito carismatico a partito dalla leadership contendibile. Dopo che ieri sera è andata in scena una riunione del tavolo delle regole, sotto la regia di Mario Valducci, ora si punta a fissare in tempi brevi la data della consultazione popolare - fine settembre la soluzione più probabile - e le modalità di svolgimento. Diverse le ipotesi allo studio: votazione aperta a tutti in un solo giorno. Oppure consultazioni regione per regione (forse raggruppate per macro-aree) con l’elezione di delegati facenti capo ai candidati che poi, sul modello delle presidenziali americane, si ritroverebbero in una convention per l’elezione del segretario o del candidato premier. E ancora: votazioni online. E c’è anche chi come Claudio Scajola propone primarie anche per i candidati alle Politiche.

Il tutto all’insegna della massima apertura con possibilità di partecipazione anche per i sedicenni. Le primarie, insomma, nelle intenzioni serviranno a rilanciare la centralità del Pdl. E a risvegliare e mobilitare dal basso il popolo del centrodestra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica