La Procura della Repubblica di Milano non mette in carcere Alessandro Sallusti e lo candida, contro la sua richiesta, a scontare la pena agli arresti domiciliari. Il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha annunciato questa mattina la sua decisione di sospendere l'esecuzione della condanna di Sallusti a quattordici mesi di carcere per diffamazione e di chiedere al tribunale di Sorveglianza di applicargli la misura dei domiciliari prevista dal decreto svuota carceri (LEGGI IL COMUNICATO). Per il momento Sallusti resta libero, sarà entro cinque giorni il giudice di sorveglianza a decidere se concedere o meno la misura, e gli eventuali permessi di lavoro connessi alla misura dei domiciliari.
Nel suo provvedimento, Bruti prende atto della decisione di Sallusti, comunicata nei giorni scorsi alla Procura, di non chiedere nessuna misura alternativa al carcere, e scrive che "è del tutto coerente con i principi di un ordinamento liberal democratico non imporre al condannato un percorso di rieducazione che egli abbia espressamente rifiutato". Però, aggiunge Bruti, va tenuta presente anche la "necessità di adottare misure contingenti volte a intervenire sul sovraffollamento del sistema carcerario".
Bruti sembra condividere il timore della Cassazione sul rischio che Sallusti commetta altri reati (anche se ammette che non è "socialmente pericoloso"): "l'esame dei precedenti e delle pendenze potrebbe condurre a una prognosi non positiva esclusivamente riguardo al reato di diffamazione a mezzo stampa, ma proprio per le caratteristiche di tale reato non si ravvisa alcuna differenza quanto ad efficacia deterrente tra detenzione in carcere e presso il domicilio".
Il decreto e il comunicato portano la firma del solo Bruti Liberati, e non
dei magistrati direttamente incaricati della pratica: potrebbe essere il segno di divisioni interne all'ufficio, dove una corrente di pensiero riteneva che a questo punto l'unica strada fosse mettere Sallusti in carcere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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