Sia chiaro sin dalla prima riga. Ciò che segue non è una giustificazione alle parole di Roberto Calderoli, il quale dicendo quello che ha detto sul ministro Cecile Kyenge ha commesso due errori madornali. Il primo nella sostanza, essendo la dichiarazione razzista. Il secondo formale, perché è anche vicepresidente del Senato. Quello che segue, quindi, non è un tentativo di discolpa. Ma tantomeno un caramelloso articolo d'indignazione buonista che già altri giornalisti bravini, perfettini, severgnini e gramellini scrivono, peraltro inutilmente, benissimo.
Quello che segue è l'ennesimo e peraltro inutile tentativo di sottolineare la contraddizione fra l'inclinazione all'offesa e all'insulto che è universale e bipartisan, e il carattere invece sempre unilaterale dello scandalo, il «pensiero unico» dello sdegno, la correttezza politica sempre orientata. Chiunque, accecato dalla rabbia o dall'ignoranza, può non vedere che la sua «battuta» in realtà è un oltraggio, e finire così con la faccia nel fango. Ma il lato da cui si scivola, da destra o da sinistra, fa un'enorme differenza. Da destra è sempre volgare, da sinistra può essere chic. Quello che ha detto Roberto Calderoli è volgare, ed essendo detto da un'alta carica dello Stato, anche pericoloso. Ma perché se la medesima cosa è detta da un'«altra» parte, è una «metafora», una «provocazione», una boutade? Comunque scusabile?
Ieri sul Corriere della sera Luca Mastrantonio ricordava, nella sua rubrica «La fattoria degli animali», che Lidia Ravera, pasionaria della Contestazione, scrittrice e giornalista, femminista storica e fresca assessore alla Cultura nella Regione Lazio di Zigaretti, su l'Unità del 25 novembre 2004 firmò un pezzo violentissimo contro Condoleezza Rice, segretaria di Stato di Bush junior, e di colore: «Condoleezza, con quelle guancette da impunita, è la lider maxima delle donne-scimmia \ In quanto pacifista contraria alla politica estera di Bush mi sparerei un colpo. In quanto femminista lo sparerei direttamente a lei, il colpo, ... con dolcezza». Dove «con dolcezza» - un gioco di parole col nome Condoleeza - è ovviamente una citazione colta... Coloro che hanno letto il passaggio sulla Ravera, nascosto dentro il pezzo, sono pochi. Ancora meno coloro che lo hanno commentato su Twitter. E fra questi c'è chi sottolinea che la Ravera è una scrittrice che «crea la categoria delle donne scimmia», e non c'entra niente con il razzista Calderoli... A dimostrazione di come l'aurea dell'intellighenzia può mascherare i peggiori peccati.
E anche stupidità imbarazzanti.
Come quella di Maria Luisa Agnese, che sull'ultimo numero di Sette, dice di Giorgia Meloni, in corsa per la leadership della «Cosa nera», che «con quella faccia da E.T. sarebbe più indicata per scrivere una fenomenologia dei buchi neri». Una cosa che non fa ridere ed è offensiva. Ma non se detto da una intellettuale di sinistra a una politica di destra. Peraltro neppure di colore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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