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Per la Rai l'austerity non vale: 5 milioni per smistare la posta

I grandi risparmi annunciati restano lettera morta. Solo per le pulizie degli uffici in quattro città stanziati 35 milioni di euro in quattro anni

Per la Rai l'austerity non vale: 5 milioni per smistare la posta

Un corpaccione nelle cui vene continua a scorrere un fiume di denaro statale. Con emorragie di spesa onnipresenti e conseguente dispersione di un'incredibile quantità di soldi pubblici. Benvenuti nel caleidoscopico mondo dei contratti di fornitura della Rai, l'azienda televisiva che sulla carta dovrebbe essere oggetto di una severa spending review. Sul punto, negli ultimi anni, gli annunci si sono sprecati, compresi quelli più recenti del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il problema vero, nonostante le cure dimagranti intraprese, è che viale Mazzini continua a spendere e spandere, arrivando a toccare cifre che in un momento di vacche magre fanno riflettere.

Qualche giorno fa, tanto per dirne una, il gruppo guidato dal direttore generale Luigi Gubitosi ha messo sul piatto 5 milioni e 450mila euro per pagare «servizi di manovalanza, trasporto e trasloco» tra le sedi degli uffici aziendali situati a Roma. Se si vanno a leggere i documenti di gara e gli allegati, si scopre che fondamentalmente si tratterà di gestire lo smistamento di corrispondenza, giornali e plichi vari in quattro indirizzi. Per tutto questo, nei prossimi tre anni, si potrà arrivare a spendere la cifra di circa 10 miliardi delle vecchie lire. Ma le portate principali devono ancora arrivare. Non più di qualche mese fa i tecnici dell'ufficio appalti dell'azienda controllata dal ministero del Tesoro hanno predisposto i documenti di un bando quadriennale che vale la bellezza di 35 milioni e 648 mila euro. A cosa serviranno? Semplice, alla pulizia delle sedi di Roma, Milano, Napoli e Torino.

E in effetti quello delle sedi regionali è un calderone che brucia risorse a più non posso. Per la manutenzione edile degli uffici delle quattro città in questione, per esempio, un altro bando di gara della Rai prevede una spesa triennale di 9 milioni e 590 mila euro. Solo a Roma, per fare un esempio, il servizio dovrà coprire un elenco di 36 immobili. Tutti necessari? Per non parlare della manutenzione degli impianti di riscaldamento e condizionamento delle medesime sedi: in questo caso viene messo in preventivo un costo (anche qui triennale) di 12 milioni e 799 mila euro.

Fanno venire in mente un po' la Rai che fu, che però continua a spendere per la stessa ragione anche adesso. Parliamo dei gettoni d'oro da regalare a chi partecipa ai giochi a premi dell'azienda tv. Naturalmente questi gettoni vanno comprati, mettendo mano al portafoglio. Ebbene, non più di qualche mese fa viale Mazzini ha staccato un assegno della bellezza di 29 milioni e 100 mila euro per acquistare monete d'oro dal Poligrafico dello Stato. Il quale non è che abbia concesso un grande sconto, visto che la base di gara era fissata in 30 milioni. Poi c'è il capitolo degli spostamenti in macchina tra le sedi della capitale. Questione anche di rappresentanza, che in Rai è sempre molto sensibile. Al punto che un altro contratto in via di definizione, della durata di 24 mesi, chiede la fornitura in affitto di un numero imprecisato di berline «1600 cc di colore di rappresentanza con autista». Dai documenti si apprende solo che le vetture dovranno garantire fino a un massimo di 15 spostamenti giornalieri. Il tutto alla modica cifra di 2 milioni di euro. Curioso notare l'allegato in cui si impone agli autisti un obbligo di riservatezza «per quanto concerne le notizie di cui dovessero venire a conoscenza durante la prestazione del servizio».

Ancora, il motto recita che «l'appetito vien mangiando». Alla Rai lo sanno così bene da aver predisposto una gara biennale che si porterà via altri 2 milioni di euro «per la preparazione e consegna dei generi alimentari presso le sedi e i set di produzione di Roma». Anche qui, per non farsi mancare proprio niente, le carte spiegano che l'impresa aggiudicataria dovrà impegnarsi a fornire pure «diete a carattere religioso e diete vegetariane».

Tra le spese più consistenti, poi, ne spunta una che andrà a beneficiare RaiNews24, testata diretta da Monica Maggioni, giornalista apprezzata e stimata dal direttore generale Gubitosi. Qui in ballo c'è un nuovo «Sistema integrato per la produzione di RaiNews24». Costo dell'operazione: 10 milioni di euro, all'interno dei quali spunta pure un servizio da baby sitter. Ma a cosa serve, esattamente, tutta questa cifra? E qui viene il bello, perché dalla Rai si apprende che il capitolato tecnico, ovvero il documento di gara che fa capire esattamente in cosa consista il servizio, non è pubblicabile «per motivi di riservatezza». Dall'azienda fanno sapere che si tratta di una scelta dettata dalla volontà di non favorire i concorrenti e che i documenti si possono ritirare presso la sede della Rai da parte degli operatori interessati a concorrere per la commessa.

Bisogna allora andare a leggere il disciplinare di gara per capire che RaiNews24 ha bisogno delle seguenti forniture: sistema di produzione main e business continuity; materiale e apparati broadcast; lavori di realizzazione impianto audio/video/dati; lavori di realizzazione impianti elettrici; design, configurazione, servizi supporto verifica alla conformità e collaudo dei lavori; babysitting e assistenza alla messa in onda; manutenzione e supporto per 3 anni; servizi di migrazione contenuti; formazione. Per tutto questo la Rai ha fissato un importo massimo complessivo dell'appalto di 10.008.163 euro. All'interno del quale, quindi, proprio non si poteva rinunciare a un servizio di baby sitter.

E così, mentre impazza il dibattito sui tagli da imporre a viale Mazzini, mamma Rai continua ad allattare una spesa pubblica che più famelica non si può.

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