Giallo kazako, c'è un video: "Ablyazov? È solo un ladro"

In un filmato del 6 luglio l’ambasciatore di Astana smascherava il dissidente: "Ha rubato soldi ed è scappato". Condanna Onu: "È stata una deportazione"

Giallo kazako, c'è un video: "Ablyazov? È solo un ladro"

Ci mancavano solo i tre esperti (indipendenti) dell'Onu ad accusare l'Italia: «Le circostanze dell'espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov danno l'impressione che si sia trattato di una extraordinary rendition (una deportazione, ndr), ora serve un rapido ritorno». E ora spunta un video. L'ambasciatore Andrian Yelemessov, al centro del pasticcio kazako, il 6 luglio, quando scoppia il caso sui giornali prende parte ad un workshop di geopolitica del centro studi «Il nodo di Gordio» in Trentino. Il Giornale ha visionato il filmato del suo intervento di 39 minuti (una versione ridotta con le parti salienti sarà disponibile oggi sul nostro sito), mai reso noto prima, che riprende l'intervento del diplomatico in giacca scura, camicia bianca e occhialini da intellettuale.

Yelemessov difende a spada tratta il presidente del suo Paese dalle accuse di dittatura, parla dei diritti umani, dei rapporti speciali con l'Italia e fa un chiaro accenno al caso Ablyazov, anche se non lo cita per nome.
L'italiano non è perfetto, ma si fa capire benissimo. Parlando della ricchezza energetica del suo paese dichiara: «Tutti vogliono prendere un pezzo di questa torta. Hanno degli interessi e pensano alle loro tasche. Per questo quando qualcuno ruba dei soldi e scappa dopo dichiara... Eh sono un politico». Il riferimento è all'oligarca Mukhtar Ablyazov, l'oligarca accusato di appropriazione indebita che si dichiara dissidente. Ablyazov era il vero obiettivo del blitz della polizia di fine maggio alle porte di Roma, che ha portato alla vergognosa espulsione verso il Kazakhstan della moglie e figlia del «dissidente» ricercato per gravi reati finanziari.

Il workshop, che il 6 luglio ospita l'ambasciatore a Pergine Valsugana, si intitola «Il lungo viaggio di Marco Polo - le nuove vie per l'Oriente». Fra il pubblico anche il leghista Sergio Divina vicepresidente della Commissione Difesa al Senato, che interviene prima del diplomatico oggi rientrato in Kazakhstan.
Daniele Lazzari, il presidente del «Nodo di Gordio», che ha organizzato il convegno, sottolinea con il Giornale: «L'intervento dell'ambasciatore è avvenuto la mattina stessa delle due pagine su La Stampa che hanno dato il via al caso Ablyazov». Nel video Yelemessov sostiene: «E poi cominciano a parlare della dittatura in Kazakhstan. Dittatura? Ma dai... Come possono dire che Nazarbayev (il presidente kazako, nda) è un dittatore? Lui per noi è una persona scesa dal cielo e nata da Dio» per migliorare le condizioni del Paese. Oltre allo scivolone nel culto della personalità il diplomatico si chiede: «La democrazia occidentale è meglio? Il nostro reddito pro capite è cresciuto (con Nazarbayev) da 700 euro a 12mila dollari... Allora, c'è paragone?».

Nell'intervento al convegno affronta i rapporti «speciali» con l'Italia. «Abbiamo creato una zona franca, il parco tecnologico italiano, dove non si paga, tutto zero - spiega - L'Italia è al primo posto per noi. È molto vicina. Ma siete un po' lenti» a cogliere l'occasione. Ci prende anche in giro per i programmi di sviluppo dei Paesi democratici in crisi: «Ce li avete?». Ed il pubblico sorride. Poi affronta discorsi che dovrebbero far riflettere l'Occidente, la realpolitik e la campagna dei media di questi giorni. «Nel 2012 il Kazakhstan è stato eletto membro del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite - sottolinea l'ambasciatore - Questo è un incentivo per aumentare (usa la parola storpiata «maggioramento») i diritti e le libertà sia all'interno del Paese che all'estero». Non solo: nel 2010 il ministro degli Esteri kazako, Kanat Saudabayev, è stato eletto all'unanimità alla presidenza dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa). Il segretario generale delle Nazioni Unite a Ginevra con delega per i diritti umani è Kassim-Jomart Tokayev, ex premier kazako e per dieci anni ministro degli Esteri del suo Paese. Il 6 luglio Yelemessov ricorda che «per la candidatura della nostra capitale (all'Expo) hanno votato due terzi degli Ztati membri. Per noi ha votato anche l'Italia». È avvenuto lo scorso novembre con l'avallo del governo Monti. In pratica l'Expo di Milano passerà il testimone ad Astana, capitale del Kazakhstan. «Ora si ironizza sulla mancanza di democrazia in Kazakhstan, eppure un plauso al governo di Astana è arrivato da Edward Luttwak in collegamento da Washington durante i lavori del workshop - osserva Lazzari - Un esperto che proprio non può essere annoverato tra i sostenitori dell'Urss e dei regimi totalitari».

All'ultima apparizione pubblica in Italia, prima di tornarsene

in patria per evitare il polverone, l'ambasciatore kazako conclude illudendosi: «Oggi l'integrazione dei nostri due Paesi ha raggiunto il livello del partenariato strategico. Fra noi non ci sono polemiche o contestazioni».

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