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Caldoro contro gli sprechi: "Le Regioni vanno abolite"

Il presidente della Campania condivide il commento di Feltri sul Giornale: "Sono mesi che lo diciamo. La Costituzione non voleva farne dei mini-Stati"

Caldoro contro gli sprechi: "Le Regioni vanno abolite"

Roma - Riguarda sorridendo la prima pagina del Giornale e sussurra pacato: «Sono mesi che lo andiamo dicendo». Stefano Caldoro ha davanti la pagina con l'articolo nel quale Vittorio Feltri lancia una nuova provocazione: abolire le Regioni. «Sono - dice - un lusso che non possiamo permetterci». E scopri che proprio il presidente di una di queste, la Campania, è paladino di una crociata che si pone in perfetta sintonia con il pensiero di Feltri.

Come sarebbe a dire che volete abolire le Regioni?
«Vorremmo tornare allo spirito della Carta costituzionale laddove questa parla espressamente del fatto che questi enti territoriali dovrebbero avere come compito principale quello della programmazione e pianificazione. Non certo quello della gestione di risorse».

Se pure lei pensa che le Regioni siano macchine succhiasoldi...
«La Costituzione non voleva farne dei mini-Stati. E invece questo sono diventate col tempo le Regioni. E spesso le funzioni si raddoppiano perché lo Stato mantiene molte delle prerogative amministrative anche nei settori gestiti dalle Regioni, con conseguente spreco di risorse».

Inevitabilmente la macchina burocratica dovrà fare una cura dimagrante e si perderanno posti di lavoro.
«Non è detto. Basta iniziare con il bloccare il turn over del personale. D'altronde se non si inizia da qualche parte non si arriverà mai alla fine».

Non pensa che questa riforma possa richiedere tempi lunghi?
«Per togliere competenze alle Regioni bastano leggi ordinarie. Insomma si potrebbe iniziare con lo “svuotarle”. E poi questo è il momento buono visto che c'è in preparazione il disegno di legge del ministro Delrio sull'abolizione delle Province con la creazione delle città metropolitane. Si potrebbe inserire lì la modifica».

E politicamente è ottimista o pessimista?
«Il mio partito, e in generale tutti i movimenti di centrodestra, è pronto. Le sacche di resistenza si trovano nel Pd».

A pensar male si potrebbe immaginare che chi resiste lo fa per mantenere un potere locale forte e diffuso.
«Sì, si può essere maliziosi. D'altronde anche la Lega e il Movimento 5 Stelle hanno espresso in passato opinioni simili alle nostre».

Come quando si è ipotizzata la nascita delle Macroregioni.
«Anche la Lega le vuole. Ma con un fine differente. Vogliono lo Stato federale. E le Macroregioni per loro sono un passo necessario in quella direzione. Mentre noi diciamo: creiamo delle macro-aeree dove sia più facile la pianificazione e programmazione territoriale».

E cos'altro dovrebbero fare le Regioni secondo lei?
«Dovrebbero controllare che i servizi vengano erogati correttamente. E laddove ciò non accada legiferare e suggerire allo Stato modifiche di gestione».

Voi volete anche privatizzare servizi ora regionali come i trasporti locali. Non crede che ci sia il rischio che la loro funzione di servizio pubblico venga compromessa?
«Al contrario. La Regione avrà la funzione di garante dei servizi. E potrà intervenire con leggi e regolamenti. E poi c'è il grande macigno della Sanità».

Altro pozzo senza fondo.
«Ora ci sono 20 servizi sanitari. Con differenze e discriminazioni inaccettabili dal punto di vista del principio. Lì basterebbe rendere autonomi gli ospedali. Con propri bilanci.

Già questo migliorerebbe molto le cose».

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