Renzi: "Se perdo non griderò ai brogli"

Il sindaco di Firenze su Twitter tende la mano a Bersani. Entrambi sono a Milano per chiudere la campagna elettorale. Ma le polemiche sulle regole vanno avanti

Renzi: "Se perdo non griderò ai brogli"

Ultimo giorno di campagna elettorale. Ultime polemiche sulle regole per il ballottaggio delle primarie del centrosinistra. Renzi tende la mano a Bersani. Lo fa scrivendo su Twitter: "Caro Bersani, siamo entrambi a Milano. Ci prendiamo un caffè insieme e facciamo un appello alla serenità per domani?". Poi, in un'intervista a Repubblica.it, ribadisce la sua posizione, molto ammorbidita rispetto alle feroci polemiche degli ultimi giorni: "Siccome siamo all’ultimo chilometro di un lungo percorso, siccome le primarie sono state una bella occasione, il centrosinistra ha dato una buona dimostrazione di sé, perchè rovinare tutto all’ultima curva?". E torna a chiedere al segretario: "Facciamo un appello insieme alla serenità, alla tranquillità e al rispetto di ciò che dobbiamo vivere nelle prossime ore. Evitiamo le polemiche proprio alla fine, evitiamo di accusare gli altri di non aver rispettato le regole".

Renzi poi dice che se Bersani vincerà le primarie "nessuno griderà che ci sono stati brogli". Lo ha garantito dal palco di un centro sociale comunale nel quartiere Barona di Milano. Appena sceso dal camper, Renzi ha insistito su un punto: "Le registrazioni fatte fino a venerdì, secondo quello che dice Luigi Berlinguer, per me sono regolari, poi se i comitati provinciali avranno motivazioni per dire che non sono regolari toccherà a loro decidere nel merito, però in queste ore non voglio litigare e discutere su queste vicende". Facile prevedere che le polemiche si riaccenderanno. Dipenderà anche dallo scarto finale tra i due sfidanti e dal numero di registrati "bocciati".
E torna sull'appello che ha rivolto al suo sfidante: "Siamo arrivati al punto di dire facciamo un appello condiviso. Pur di non litigare facciamo di tutto. Poi oh... se qualcuno non ha voglia di accogliere l'appello se ne assume tutte le responsabilità".

Su Facebook Renzi ripete i motivi che separano "noi e loro" (dove i "loro" ovviamente sono i bersaniani). Ne indica venti. Usa ancora l'espressione (noi e loro) che tanto ha fatto arrabbiare Bersani nei giorni scorsi (perché non usa solo il termine noi?, si era chiesto il segretario).

Il segretario come risponde all'appello del sindaco di Firenze? "Sono dispostissimo - precisa Bersani - a fare un appello alla serenità, alla regolarità di tutto quello che deve avvenire. Domani dobbiamo chiudere con una grande festa della democrazia, dopodiché ci si mette a lavorare assieme. Siamo tutti una grande squadra, quindi non ho nessuna difficoltà a lanciare questo appello. Credo che ci stia guardando tanto gente, non solo in Italia, e quindi dobbiamo essere all’altezza di questa responsabilità, fare le cose per bene fino in fondo. Qui stiamo facendo una cosa meravigliosa".

Ma Bersani parla anche d'altro: "I venti anni che abbiamo alle spalle sono anni in cui c'è stata un'egemonia culturale delle destre. In questi 20 anni ci hanno rubato parole carissime: libertà, merito, opportunità. Come hanno fatto? Le hanno staccate dalla parola uguaglianza. Se tu prendi quelle bellissime parole da sole possono diventare il luogo in cui il più forte vince si giustifica e dice al più debole che non è capace".

Poi il segretario del Pd attacca a testa basta Beppe Grillo: il Movimento Cinque Stelle "è una forza che sarà in parlamento. Potrebbe essere una forza chiamata a governare".

E aggiunge: "Quando arriva un ragazzo del Movimento Cinque Stelle dico vieni che discutiamo, parlami di rete, di costi della politica". Infine una domanda, rivolta sempre a quel ragazzo: "Come fai ad accettare uno che ti detta il compito senza mai vederlo in faccia, senza potergli fare una domanda?".

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