Saccomanni: no a manovre bis Ma nessuno vuole dargli credito

Il titolare dell'Economia esclude nuove pressioni fiscali e attacca la Ue: le vendite immobiliari e la spending review eviteranno sanzioni all'Italia

Saccomanni: no a manovre bis Ma nessuno vuole dargli credito

Roma - Fabrizio Saccomanni non condivide la bocciatura della Commissione europea alla legge di Stabilità. E lo spiega in un lungo colloquio con il direttore del Corriere della Sera. «La Commissione - argomenta il ministro dell'Economia - non tiene conto di alcune misure che abbiamo preso o che stiamo per prendere».
Piccolo particolare. Gli esperti di Bruxelles riescono a fare valutazioni sulle misure adottate, non su quelle annunciate. Tantomeno su quelle che non vengono contabilizzate sul budget. Eppure sono proprio questi interventi quelli che - secondo Saccomanni - consentiranno all'Italia di centrare sia gli obiettivi del deficit, sia quelli del debito. Ma se non sono pubblici e tradotti in provvedimenti, la Commissione ha facile gioco a bocciare la manovra. Come ha fatto.
Le misure (finora annunciate) sulle quali punta il governo (ma che Bruxelles non ha visto nero su bianco), sono le vendite immobiliari, la rivalutazione delle quote delle banche in Banca d'Italia, la spending review. La prima - spiega Saccomanni - servirà a ridurre la pressione del debito; la seconda e la terza, a contenere il deficit. Ed è per queste ragioni che non servirà una nuova manovra, dice il ministro. Anche se non spiega come verrà cancellata la seconda rata dell'Imu sull'abitazione principale.
Sulla vendita degli immobili, di fronte allo scetticismo dell'intervistatore, Saccomanni garantisce che il governo tenterà «un colpo d'ala». Dalla spending review il governo - annuncia il ministro - si attende, di risparmiare risorse per 16-32 miliardi nell'arco di un triennio. E che i primi risultati inizieranno a vedersi già nel 2014. La Commissione, a proposito di spending review, ha letto i numeri scritti sulle tabelle della legge di Stabilità: «0» per il 2014; 256 milioni per il 2015; 622 milioni per il 2016.
Poi, Saccomanni fa chiarezza sui valori in campo dalla rivalutazione delle quote della Banca d'Italia detenute dalle banche. Ricorda che uno studio tecnico di via Nazionale stima l'ammontare delle quote tra i 5 ed i 7,5 miliardi. Ma «il beneficio per l'Erario arriva al massimo a 1,2 miliardi».
Infine, Saccomanni è convinto che i 3 miliardi di investimenti pubblici che il governo contava di poter spendere senza contabilizzarli sul deficit (un beneficio per essere sotto il 3%), e che la Commissione Ue ha congelato, potranno essere sbloccati nel corso del prossimo anno; proprio in virtù delle misure che il governo non ha ancora adottato.

L'intervista del ministro dell'Economia non ha soddisfatto Daniele Capezzone(Fi): «È deludente», commenta il presidente della commissione Finanze della Camera. E Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl, avverte: «Se ci saranno più tasse non voteremo la Stabilità».

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