Roma - Onorevole Santanchè, il ministro Cancellieri si deve dimettere?
«Ho un'idea chiara al riguardo, il ministro non deve dimettersi. Con quella telefonata ha fatto una cosa giusta e sacrosanta, si è mobilitata contro la carcerazione preventiva usata da alcuni magistrati come una forma odiosa di tortura».
La Cancellieri respinge una simmetria tra la sua vicenda e quella di Berlusconi nel caso Ruby. È d'accordo?
«No, non sono d'accordo. I due casi sono diversi nelle dinamiche ma nella sostanza sono assolutamente identici».
Quali analogie individua tra le due telefonate?
«In entrambi i casi si tratta di un membro del governo che si muove su input di relazioni private dentro una cornice di legalità. Bene ha fatto la Cancellieri a dire che vuole vivere in un Paese libero e rispettoso del diritto. Ma questo deve valere per lei, come per Berlusconi, come per tutti. Non possono esistere due giustizie in questo Paese. Se affermiamo giustamente che la telefonata della Cancellieri a un funzionario non è stata una pressione indebita, perché lo stesso ragionamento non dovrebbe valere per Berlusconi? Ed è possibile che una telefonata valga in un caso una condanna a sette anni e in un altro susciti il plauso?».
Le chiederete quindi di agire di conseguenza in favore di Berlusconi?
«Mi auguro che venga promossa la revisione del procedimento penale ai danni di Berlusconi. Sarebbe la logica conseguenza di questa vicenda perché sostenere che il caso Cancellieri è completamente diverso dal caso Berlusconi significa non avere onestà intellettuale».
Ritiene che questa volta il Parlamento si attesterà su posizioni garantiste?
«Io sono garantista, quindi non mi interessa il colore, l'appartenenza o le idee politiche di chi si va a giudicare. Per quanto riguarda il Pdl la posizione è chiara. Io giudico ciò che vedo e in questo caso è di tutta evidenza un uso scellerato della carcerazione preventiva applicata a individui privi di qualunque pericolosità sociale».
Chiederete al Parlamento di mettere mano alla carcerazione preventiva?
«Ritengo che dovrebbe essere la stessa Cancellieri a promuovere un decreto legge per farlo al più presto».
Alcuni suoi colleghi del Pdl sostengono che Berlusconi sia oggetto di una persecuzione giudiziaria. Ma aggiungono che non si può legare il destino del Paese e la tenuta del governo alle sue vicende. Lei cosa ne pensa?
«A me sembra che nel Pdl continuiamo a produrre molte parole. Bisognerebbe passare ai fatti. Non vedo come si possa derubricare l'estromissione dalla vita politica del leader di un grande partito come il Pdl, riferimento per milioni di italiani, a questione personale. Dopo il voto a favore dello scrutinio palese al Senato non ci dovrebbe essere nient'altro di cui discutere. Ora, per chiudere il cerchio, mi aspetto la calendarizzazione sprint da parte di Pietro Grasso visto che la gara tra magistrati e politici di sinistra è a chi ottiene prima lo scalpo di Berlusconi».
Quindi lei continua a chiedere di staccare la spina al governo?
«Possiamo ancora sostenere il governo insieme a un partito di manette e di tasse? Abbiamo già perso troppo tempo, bisogna pronunciare al più presto la parola fine nell'interesse dell'Italia e degli italiani».
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