Schifani e Brunetta in pole alle Camere Tutte le cariche Pdl

RomaQuasi fatta per Renato Schifani e Renato Brunetta. Saranno loro a guidare le truppe pidielline, rispettivamente al Senato e alla Camera dei deputati.
I nomi dei successori di Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto saranno ufficializzati nelle prossime ore. L'ultima parola spetta a Berlusconi in persona che, in questi giorni, ha altro a cui pensare; ma la partita sembra conclusa. Una gara complicata dal fatto che il risiko interno s'è sovrapposto alla partita relativa alle presidenze dei due rami del Parlamento. Qualora il centrosinistra avesse aperto al Pdl concedendo la poltrona più alta di Palazzo Madama, il partito avrebbe avanzato il presidente uscente. Il quale, invece, avrà l'onere e l'onore di guidare la pattuglia azzurra in Senato. I candidati azzurri alla presidenza, qualora il Pd cambiasse la propria posizione di chiusura, a questo punto sarebbero Francesco Nitto Palma e Gaetano Quagliariello, entrambi in corsa per il ruolo di capogruppo ma dati per sconfitti. Il primo, ex Guardasigilli, uomo di trattativa, esperto di regolamenti parlamentari, avrebbe lo spessore per garantire tutti i senatori. Altrettanto capace e preparato, il vicecapogruppo uscente, Quagliariello. Se fosse scelto Nitto Palma come presidente del Senato, si aprirebbe la partita relativa alla guida del Pdl, visto che l'ex ministro della Giustizia è attualmente coordinatore. Il nome che circola per la sua successione è quello di Mara Carfagna, data in corsa ma con poche chance alla guida dei deputati. Sempre per il Senato, come capogruppo, erano dati in corsa pure Paolo Romani, ex ministro e fedelissimo di Berlusconi, Anna Maria Bernini e Lucio Malan.
Altra partita a Montecitorio, dove sembra l'abbia spuntata Renato Brunetta. Anche lui vicinissimo al Cavaliere, lanciato perché espertissimo di economia, l'ex ministro della Pubblica amministrazione è considerato un vero combattente. Il che costituisce allo stesso tempo una virtù e un limite. Un pregio perché sarà una legislatura (breve o lunga che sia) dove ci sarà da battagliare. Un difetto perché qualcuno lo giudica forse troppo battagliero ma soprattutto molto individualista. Invece il capogruppo spesso deve mediare, smussare, trattare.
Ecco perché, in alternativa a Brunetta, il partito aveva individuato Maurizio Lupi. Ex vicepresidente della Camera, esperto conoscitore dei regolamenti interni, Lupi era il perfetto candidato-pontiere. Diplomatico, trattativista, abile negoziatore, ancora in queste ore ha schiere di sostenitori tra i deputati che lo preferirebbero a Brunetta. La gara, alla fine, è tra i due. Più distanziati Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Raffaele Fitto. Soprattutto i giovani deputati sarebbero più propensi ad avere come proprio capo Lupi, piuttosto che l'ex ministro della Pubblica amministrazione. Il quale, tuttavia, ha il nulla osta pesantissimo del Cavaliere in persona. Oggi dovrebbe arrivare la definitiva investitura.
E poi gli ex capigruppo. Anche per loro previsto un ruolo di peso. A Gasparri dovrebbe andare la vicepresidenza del Senato; per Cicchitto, invece, si vocifera la presidenza Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica); mentre Daniela Santanchè sarebbe in predicato per la vicepresidenza della Camera.


Non è escluso neppure un cambio per il ruolo di portavoce del Cavaliere. Sembra possibile la sostituzione dell'ormai storica ugola di Berlusconi, Paolo Bonaiuti con Daniele Capezzone, fino ad oggi portavoce nazionale del Popolo della libertà.

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