Dopo la sconfitta il partito delle tasse fa il tifo per l’Iva

Secondo il viceministro Fassina èin arrivo l’aumento dell’imposta Ma per il Pdl il piddino straparla: "Nostro obiettivo evitare i rincari"

Dopo la sconfitta il partito delle tasse fa il tifo per l’Iva

Ameno di ventiquattr’ore dalla soluzione soddisfacente del caso Imu, si apre per il governo un nuovo, pericoloso, fronte di politica fiscale. Qualcuno si era scordato l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, rinviato di tre mesi ma non eliminato? A ricordare la questione, con raro tempismo, pensa il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina.

Dice il nostro: adesso che abbiamo buttato tanti soldi per eliminare l’Imu,non ci restano risorse da destinare allo stop dell’aumento Iva, che scatterà «irrimediabilmente»il primo ottobre. A meno che, aggiunge Fassina, la seconda rata dell’Imu quella di dicembre, che il gover­no si è impegnato ad eliminare venga fatta pagare alle prime case di valore elevato. Il viceministro democratico dell’Economia è da sempre elemento di spicco di quel «partito delle tasse»mai domo nell’ambito della sinistra e dintorni. È infatti in buona compagnia, anche fra i membri del governo Letta. Graziano Delrio, ministro per gli Affari regionali e anch’egli del Pd, lo sostiene: «Fassina ha perfettamente ragione, è chiaro che aver dedicato tante risorse all’abolizione dell’Imu creerà problemi sulla questione dell’Iva». Per il presidente del Consiglio una vera e propria iniezione di fiducia da parte di due elementi di spicco del suo gabinetto. Tanto da costringere il responsabile economico dei democratici, Matteo Colaninno, ad intervenire: «Il Pd metterà in atto ogni sforzo per far sì che non ci sia il previsto aumento dell’aliquota», annuncia. In serata il segretario Guglielmo Epifani aggiorna l’agenda: «Sono stati presi i primi provvedimenti sull’Imu, il percorso si completerà con la manovra di bilancio di settembre e ottobre: l’Iva, la Cig e gli esodati devono stare in questa seconda parte», dice al Tg3 .

Ma ci si mettono anche i montiani di Scelta Civica a criticare il provvedimento appena approvato dal Cdm. Il vicepresidente della commissione Finanze della Camera Enrico Zanetti parla di coperture «stiracchiate » per i 2,2 miliardi della prima rata Imu, e non vede come il governo si possa procurare la stessa cifra per la seconda rata. «Il tempo del rigore è alle spalle»,sentenzia in perfetto stile montiano, e l’aumento dell’Iva sarà causato dalla scelta di togliere l’Imu anche agli immo­bili di valore più elevato.

Il Pdl, sulla questione Iva, ha fatto da tempo le sue scelte. «Il nostro obiettivo è di evitarne l’aumento », dice il vicepremier Angelino Alfano. Mentre Renato Brunetta accusa Fassina di «straparlare per amor di polemica e di ideologia.Non ci sarà alcun aumento dell’Iva ad ottobre, come da accordi di maggioranza». Tesi ribadita dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Per Fabrizio Cicchitto, il viceministro dell’Economia è, per il presidente del Consiglio, «una serpe in seno». L’unico risultato ottenuto da Fassina è stato quello di creare confusione.

Manca un mese alla scadenza e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni deve impegnarsi per trovare 1 miliardo per sterilizzare l’aumento dell’Iva sino alla finedell’anno.Certo non potrà utilizzare il suggerimento di Fassina, che vorrebbe far pagare la seconda rata dell’Imu alle prime case di valore catastale elevato. Anche perché, su questi temi sensibili per l’economia, è sbagliato, come dice la Confcommercio, far battaglie di parte. La principale associazione del commercio ricorda che portare l’aliquota dell’Iva ordinaria dal 21 al 22% rischia di provocare un aumento dei prezzi dello 0,4%, un ulteriore calo dei consumi, e la perdita di circa 10mila posti di lavoro. Ma non c’è solo l’Iva da finanziare.

Bisogna trovare i 2,2 miliardi per l’Imu,le risorse per la cassa integrazione almeno altri 500 milioni per la cassa integrazione dopo quelli stanziati mercoledì, e 400 milioni per finanziare le missioni di peacekeeping dei nostri militari all’estero.

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