Alfano molla il Cav: "Avanti col governo anche se lui decade"

"Berlusconi ora è incandidabile, sarà leader al prossimo giro". E il solco nel Pdl si allarga

Alfano molla il Cav: "Avanti col governo anche se lui decade"

Roma - È una vera e propria bufera quella che si abbatte sul Pdl, una nuova puntata dell'infinita guerra tra «lealisti» e «innovatori», ormai arrivata alla stretta finale, a meno di una settimana dal redde rationem del Consiglio nazionale di sabato prossimo, sul quale spira ormai fortissimo un vento di rottura. Questa volta la scintilla viene accesa direttamente da Angelino Alfano a SkyTg24. Se l' intervista concessa a Maria Latella doveva servire a riportare pace e unità dentro il Pdl, il risultato è sicuramente opposto alle aspettative. Il vicepremier e ministro dell'Interno non usa toni affilati, anzi puntella il suo ragionamento con l'omaggio e con manifestazioni di pubblico rispetto verso il fondatore di Forza Italia, «il nostro campione che merita di fare il senatore a vita». Di fatto, però, le sue parole vengono percepite come una sorta di archiviazione politica del presidente del Pdl. In particolare il passaggio su Berlusconi che «sarà candidato premier al prossimo giro» e quello sulla inevitabilità della sua decadenza agiscono come un vero e proprio tonico per la rabbia dei lealisti.
«Berlusconi ha ancora delle cartucce da sparare dal punto di vista giudiziario» dice Alfano. «L'ordinamento giuridico italiano prevede ancora possibilità per il cittadino Berlusconi, il caso non è chiuso. Mi auguro che non sia sottoposto alla decadenza» per colpa della legge Severino. «Ma in tutti i casi arriverà l'interdizione». Un passaggio, spiegano uomini a lui vicini, con il quale il vicepremier intende promuovere una sorta di offensiva della chiarezza rispetto a quei «consiglieri che gli raccontano che se fa cadere il governo potrà candidarsi. È una illusione che è inutile portare avanti e con la quale rischia di farsi male lui e tutti noi. Oltretutto far cadere il governo sulla decadenza sarebbe un boomerang».
Alfano si dice convinto che «nel 2014 verrà data a Berlusconi la possibilità di rivalersi nei confronti di questa ingiustizia». «Noi siamo convinti - prosegue - che il presidente Berlusconi abbia preso la strada giusta nel distinguere la sua vicenda giudiziaria da quella governativa. So per certo che nella sua mente, mente di una persona responsabile, alberga forte il senso di responsabilità nei confronti del Paese». Ma è convinto, o no, Alfano, che il governo possa andare avanti? «Sono convintissimo - sottolinea - che se cade questo governo non si vota e nascerebbe un governo in questa legislatura, e sarebbe un governo di sinistra-sinistra». Poi insiste: «Quelli che dicono andiamo a votare subito sostengono andiamo a votare senza candidato, visto che Berlusconi potrebbe fare campagna elettorale, ma non guidare il governo». Un messaggio accompagnato da un monito indirizzato ai compagni di partito: «Le elezioni anticipate ora sarebbero un danno per l'Italia, per il nostro partito e per Berlusconi. Sarebbero un danno per l'Italia non solo per noi, la crisi è drammatica, non possiamo andare alle urne in questo modo, magari rischiando di tornare al governo con il Pd». Insomma il sottotesto facilmente leggibile è: il governo va blindato senza se e senza ma, a prescindere da quello che accadrà sulla decadenza.
«Abbiamo la possibilità che nel 2014 Silvio Berlusconi possa dimostrare la propria innocenza e poi possa essere candidato» più avanti, nella tornata elettorale successiva. «Perché - insiste - far cadere il governo se non diciamo qual è la prospettiva per il centrodestra? Dov'è la strategia? Questo è un governo molto equilibrato politicamente e la nostra presenza serve non solo per realizzare un pezzo del nostro programma ma anche per fare scudo contro il dilagare delle politiche di sinistra». Alfano, infine, ripete una frase ormai piuttosto di moda sul metodo Boffo: «Lo abbiamo messo in conto, se dissentiremo ne saremo vittime. Ma non abbiamo nessuna paura».

E sul futuro del Pdl assicura: «Lavoreremo fino all'ultimo per non spaccare, non è stato ancora deciso nulla. Ancora si può lavorare per l'unità». Ma ribadisce: «No a scelte radicali ed estremiste» perché «in caso di urne anticipate saremmo senza leader».

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