Anche il secondo scoglio è superato, il governo Letta ha ottenuto la fiducia del Senato, con 233 sì, 59 no e 18 astenuti. Ora l'esecutivo, con il sostegno di entrambi i rami del parlamento, è nel pieno dei suoi poteri.
Si uscirà dalla crisi solo con una assunzione comune di responsabilità, ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta in replica al dibattito sulla fiducia: "Si è creato un clima per cui anche chi non ha perso il posto ha calato i propri investimenti e le spese", dunque si risale solo "se da qui escono parole di fiducia e la sensazione che l’Italia può uscire da questa situazione, non perchè c’è una legge ma perché tutti insieme percepiremo che c’è una responsabilità comune, in Italia e in Europa". "Contano i provvedimenti ma credo il problema oggi in Italia sia la fiducia delle persone, che hanno deciso di smettere di investire. Si è creato un clima per cui anche chi non ha perso il posto di lavoro e non ha visto mutare il proprio reddito ha deciso di abbassare il tasso dei propri investimenti e consumi". "Io avrei voluto un diverso esito elettorale - puntualizza Letta - ma la realtà è quella che abbiamo di fronte. E la realtà è il principale tema che un uomo politico deve mettere al centro della sua azione, oppure raccontiamo a noi stessi delle favole per stare tranquilli".
Proprio come ha fatto alla Camera, la Lega si astiene al momento del voto. Anche se per il regolamento del Senato l’astensione vale voto contrario. Il Carroccio rivendica il significato politico della sua decisione sottolineando l’inutilità di uscire dall’Aula nella quale comunque l’esecutivo comunque registra la maggioranza. Sel non vota la fiducia, come annunciato in aula da Loredana De Petris: "Non votiamo la fiducia a questo governo che è figlio diretto di un’imboscata vergognosa al presidente Prodi. Non possiamo tradire il voto e la speranza di cambiamento consegnata alla coalizione Italia bene comune".
Nel confermare la fiducia del Pd all'esecutivo il capogruppo Luigi Zanda sottolinea che "questo governo nasce in una condizione di pericolo grave della nostra Repubblica, da uno stato di necessità. Nasce dalla necessità di salvare l’Italia. Il nostro Paese continua ad essere dentro una crisi feroce, spietata, che sembra non terminare mai. Un grande partito come il Partito democratico - ha aggiunto Zanda - non può permettere che l’Italia si perda nell’avventurismo". D’altro canto, "questo voto di fiducia non ci indurrà ad abbassare la guardia su quanto ci sta più a cuore".
Fiducia piena confermata anche dal Pdl. Il capogruppo Renato Schifani: "Un programma convincente, che merita la fiducia perché comprende i punti del programma di Silvio Berlusconi, e perché può offrire una prospettiva al Paese". E il Pdl "percorrerà questa strada con determinazione e con lealtà, stretti al nostro presidente al quale assicuriamo il nostro sostegno, come lo assicuriamo a lei finchè manterrà la linea tracciata nel suo intervento". Il programma esposto da Letta, sottolinea Schifani, "merita la nostra fiducia soprattutto perché in un momento in cui sembravano prevalere i moti peggiore della piazza, è prevalsa la politica. Quella che ha spinto Napolitano ad accettare il secondo mandato e che ha spinto Berlusconi a guardare solo ed esclusivamente al bene del Paese, a non replicare agli insulti di demagoghi e provocatori, a non lasciarsi sedurre da sondaggi che ci danno vincitori in caso di ritorno alle urne".
Sostegno all'esecutivo confermato anche da Scelta civica: "Con grande convinzione - dice Andrea Olivero, che parla al posto di Mario Monti - esprimiamo piena fiducia a questo esecutivo, ritenendo che questo governo possa rappresentare l’avvio di una fase nuova e di pacificazione nazionale cui il presidente Napolitano ci richiama da molto tempo".
Vito Crimi, capogruppo del Movimento 5 stelle, nel suo intervento parte subito all'attacco: "L’attendevamo sui fatti e ha mostrato la rigidità di un sistema politico ibernato. Lei ci ha invitato a scongelarci, ma l’invito a scongelarsi lo rivolgiamo noi a lei". Tra i ministri, prosegue, ci sono "tanti nostromi di governi naufragati". E insiste: il governo "sarà ostaggio di veti e mercanteggiamenti dei partiti". Il M5S "non darà la fiducia", ma si "confronterà sui contenuti. Saremo sempre responsabili"
E in aula il Movimento cinque stelle torna a proporre uno dei propri cavalli di battaglia: l’ineleggibilità di Berlusconi. Lo fa con l'intervento di Barbara Lezzi, mentre gli altri senatori Cinque stelle si alzano e applaudono: "Chiediamo si voti nella giunta per le elezioni l’incandidabilità di Silvio Berlusconi".
"Speriamo si possa aprire una
nuova fase e che si possano fare le cose che dovevano già essere fatte. Per questo la nostra è una benevola astensione", ha detto il senatore della Lega Nord Sergio Divina, che ribadisce la posizione del Carroccio.
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