Silvio Berlusconi ad Agorà: "Renzi? Non è comunista ma in mano loro"

Il Cav critica il Pd, ma teme di più Grillo. Di fronte al pericolo M5S pronto a larghe intese, ma con il programma di Fi. E si fa un selfie con Vespa

Silvio Berlusconi ad Agorà: "Renzi? Non è comunista ma in mano loro"

Silvio Berlusconi torna a parlare di Grillo, in un'intervista ad Agorà, su RaiTre, ricordando ancora una volta le vicende con la giustizia del leader del Movimento 5 Stelle. Il Cavaliere nega di avere "insultato", ma accusa invece l'avversario politico di "un comportamento indecente" nei suoi confronti, a cui ha risposto, facendo presente "che è condannato per avere ucciso, con colpa grave, tre persone".

"Non è stato un incidente ma una cosa che ha voluto lui e questo la dice sulla sua natura", aggiunge in serata intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta. L'ex premier ha anche parlato del termine assassino con cui ha bollato Grillo nei giorni scorsi: "Non si può considerare un insulto, ma è un racconto della realtà affinché gli italiani sappiano anche chi è questo signore".

Berlusconi attacca Grillo anche su un altro punto, ovvero sulla sua carriera nello spettacolo. "Tutti sapevano - dice - che Grillo non accettava di fare presenze se una parte importante del compenso non era in nero". Una denuncia che già aveva fatto l'impresario Lello Liguori, intervistato dal Giornale.

"I Cinque Stelle sono un pericolo per la nostra democrazia davvero grave", ha aggiunto poi nel corso di una telefonata ad un convegno organizzato dalla Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali, "Alla sinistra oggi si è aggiunto un grave pericolo". E a Vespa ha detto: "Grillo specula sulla disperazione. Votare Fi è l’unico modo per sperare che ci sia un in Ue qualcuno che difenda i nostri interessi. Gli eletti M5s non conteranno nulla. Chi invece vota Pd manderà in Ue dei rappresentanti che sono nel Pse, minoranza nel Parlamento europeo".

L'ex premier non si limita a parlare del Movimento 5 Stelle. Ne ha per Renzi, arrivato a Palazzo Chigi con una trafila che "non rientra nelle regole della democrazia", ma al momento teme di più Grillo, perché "prima faceva ridere come comico, adesso davvero fa paura".

Renzi "non è nato comunista ma è nelle mani dei comunisti e della stampella dei 33 senatori eletti dai nostri elettori". In ogni caso il leader di Forza Italia sarebbe pronto "di fronte al pericolo di un regime autoritario" alle larghe intese con i Democratici in funzione anti-M5S, se Renzi adottasse il programma del centrodestra. "Renzi non è stato carino nei miei confronti", ha aggiunto in serata, "Dice che io vado fuori di testa sugli 80 euro. Io considero quei soldi, ho provato la povertà in gioventù e so benissimo che sono una cosa seria". E avverte: "Se entro il 31 dicembre non ci saranno le coperture, aumenteranno le accise e quegli 80 euro saranno pagati da tutti noi".

Sulla politica interna degli ultimi anni Berlusconi attacca: "Abbiamo la sensazione di essere in uno Stato di polizia tributaria: se acquistiamo una cucina che costa più di 3.600 euro scatta la segnalazione all’Agenzia delle Entrate, se ci sediamo al tavolo con Equitalia ci alziamo con l’amara convinzione di avere a che fare con uno Stato nemico. Non siamo più in una democrazia, in 20 anni abbiamo subito 4 colpi di Stato, siamo al terzo governo non eletto dai cittadini. Siamo in una crisi economica profonda, con 1,3 milioni disoccupati in più con questi tre ultimi governi non eletti".

E questo mentre l'Europa "ha dimostrato di non essere solidale con noi per il problema degli immigrati". "È un’Europa che ci costa, che non dà soluzioni ma vincoli e problemi", ha detto il Cavaliere. In ogni caso, assucura: "se FI andrà male alle Europee non farò saltare le riforme con Matteo Renzi. È una cosa assolutamente ininfluente sulle decisioni che noi prenderemo".

Parole di

condanna anche per la sentenza nei suoi confronti, che Berlusconi ritiene "costruita e politicizzata, voluta perché la sinistra riuscisse a espellermi dal Parlamento con 6 anni di incandidabilità".

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