Roma - La fidanzata Francesca e la storia di Ruby, i processi e il Milan, la cresta di El Shaarawy, le preoccupazioni di mamma Rosa e il dolore della figlia Marina, i nipotini e il Natale in famiglia.
Il Berlusconi privato si confessa in tv, a Barbara D'Urso. Parla di solitudine, di tristezza, di debolezze, anche di errori fatti. Per la prima volta, Silvio si scusa in pubblico, di fronte alle telecamere di Domenica live su Canale 5. Le feste ad Arcore? «Nulla di illegale - dice il Cavaliere - erano solo cene eleganti. Comunque, forse devo chiedere scusa a chi si è riconosciuto in noi e lo chiedo volentieri. Ma era un momento particolare e mi sentivo solo: avevo divorziato da poco, avevo perso mia mamma e mia sorella era morta». L'ex premier mette da parte il piglio da vincente, l'immagine di perenne sicurezza, e nella lunga intervista, tra gli scenari politici, apre uno spiraglio sulle sue intime fragilità: «Tornavo a casa e non c'era nessuno, mi sentivo triste... E poi qualcuno mi diceva: Perché non organizziamo delle serate? Sono caduto in questo tranello».
Parla soprattutto alle donne, che può aver deluso con certi comportamenti, agli elettori, ai tifosi del suo Milan. E mentre scende in campo ancora una volta, come nel 1994, accredita l'immagine di un Silvio nuovo, che ha cambiato pagina su tante cose. Il suggello della svolta è l'annuncio del fidanzamento con la giovane napoletana sempre al suo fianco nelle ultime settimane. «Sì, è ufficiale. Si chiama Francesca (Pascale, ndr) è una ragazza bella di fuori ma ancora più bella di dentro. Mi vuole molto bene ed io la ricambio», dice il Cavaliere facendo uscire dal gossip il suo legame. Racconta di com'è nato il rapporto con la ragazza, di come si è chiuso un periodo negativo. «C'è un divario di 49 anni, ci conosciamo da 7. Era presidente di un club a Napoli: Silvio ci manchi. Raccoglieva i soldi e mandava sulle riviere un aereo con una fascia con su scritto Silvio ci manchi. Poi con gli ultimi soldi cambiò la scritta, con Silvio mi manchi. Poco a poco ha lavorato nella mia organizzazione politica, poi vicino a me. È molto amica di Marina. Finalmente mi sento meno solo».
Marina, la primogenita. La D'Urso chiede delle reazioni dei figli a scandali, attacchi, processi. E Berlusconi riconosce che Marina «è quella che ha sofferto di più e adesso mi fa anche da madre, ci telefoniamo anche 2 o 3 volte al giorno».
Sul suo futuro politico pende la spada di Damocle del processo Ruby. Il leader Pdl ricorda come ha conosciuto la giovane marocchina, della storia drammatica che ha raccontato, del suo aiuto per farla lavorare nel mondo dell'estetica. Tutto il contrario, assicura, dell'induzione alla prostituzione di cui è accusato. Ma, insiste, sulla storia di Ruby c'è stata «una macchinazione incredibile», la vicenda è stata «la scusa per una grande operazione di diffamazione nei confronti miei e del governo italiano, anche a livello internazionale».
Poi si difende da un altro processo, quello Mediaset, ormai chiuso. «In venti anni di politici - dice Berlusconi - ci si abitua a qualsiasi offesa. Ma c'è una cosa che grida vendetta davanti a Dio e gli uomini: sono stato condannato a 4 anni di carcere da un collegio di giudici di Milano che mi accusano di aver messo su un sistema per risparmiare 3 milioni di euro, in un anno in cui abbiamo pagato 570 milioni di euro di tasse». Parlando delle difficoltà nella guida del Paese, Berlusconi lancia una stoccata alla Consulta, che definisce politicizzata. «La Corte Costituzionale si è trasformata in un organismo politico che abroga le leggi che non piacciono alla sinistra».
Ma è soprattutto il versante intimistico a prevalere nell'intervista domenicale, un'ora e 20 davanti a un pubblico di famiglie. Parla di mamma Rosa il Berlusconi segreto, che ha deciso di svelarsi, entrando con la sua privacy in una difficile campagna elettorale. Ora che sta per ricominciare a fare il leader confessa che non ama la politica e non ha lo stesso vigore di 20 anni fa, ma altrettanta determinazione sì. Ricorda che nel '94 aveva tutti contro, in famiglia e tra gli amici, quando decise di scendere in campo. A partire dalla madre, che prima si oppose con forza ma poi si fidò delle sue scelte. Sprazzi di ricordi, aneddoti, niente barzellette stavolta. Piuttosto, un velo di commozione. Silvio vuole mostrare il suo volto più umano, un volto diverso. Vuole convincere e riconquistare chi si è allontanato più per gli scandali a luci rosse che per la linea politica. Racconta del Natale in famiglia, dei nipotini, tutti maschi, degli «augurissimi natalissimi» che gli ha fatto uno dei piccoli.
Anche lo sport è un tassello importante della sua figura. Il Milan, i suoi campioni. Compreso El Shaarawy, cui aveva consigliato di tagliarsi il ciuffo modello punk. «Fino a quando segna - assicura adesso, che con il gol di ieri al Pescara il giovane italo-egiziano ha raggiunto quota 14 in campionato - può tenere la cresta». E aggiunge: «Ho accettato le sue motivazioni perché fa uno o due gol a partita. Stiamo costruendo la squadra intorno a lui». Poi, l'ex premier parla ancora del futuro del team rossonero: «Lo scorso anno si è chiuso un ciclo: dodici giocatori ci hanno dovuto lasciare per limiti di età, mentre due per nostri limiti di bilancio e sono andati al Paris Saint Germain. Stiamo ricostruendo una squadra sui giovani. Stiamo monitorando i 100 giovani che si sono messi più in luce. Nel nostro settore giovanile abbiamo un ragazzo di nemmeno 15 anni che è capace di fare canestro con i piedi».
Insomma, le difficoltà del Pdl come quelle del Milan. E se la squadra ricomincia a vincere, può farlo anche il partito. Rinnovamento, non rottamazione, sembra la parola d'ordine di Silvio nuova versione. Nello sport, come in politica.
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