Milano - Aspetterà ad Arcore, dove anche ieri si è sottoposto alla terapia per i malanni al ginocchio, la telefonata di Niccolò Ghedini dall'aula di tribunale dove inizierà a delinearsi la sua sorte: la sua sorte di condannato, chiamato oggi ad affrontare insieme ad altri cinquanta o sessanta suoi pari la decisione del tribunale di sorveglianza. Affidamento ai servizi sociali o arresti domiciliari? La decisione dei giudici arriverà solo all'inizio della settimana prossima. Ma già oggi, dall'andamento dell'udienza, Silvio Berlusconi potrà capire che aria tira, e se i segnali che negli ultimi giorni lo hanno indotto al più cupo pessimismo sulla propria sorte sono fondati. Se la Procura generale esprimerà parere contrario all'affidamento, e chiederà che per il condannato scattino immediatamente gli arresti, per Berlusconi sarà la conferma che il clima volge al brutto: con tanti saluti al fantomatico salvacondotto giudiziario di cui si parla da tempo, e che in realtà nessuno avrebbe potuto davvero garantirgli.
Il sintomo più evidente del pessimismo di Berlusconi è il comunicato che diffonde ieri pomeriggio, a quattro mani con il coordinatore di Forza Italia in Campania, Domenico De Siano. L'occasione è tutta interna al centrodestra: un appello contro le divisioni e le furbizie in vista delle prossime elezioni, i «maldestri tentativi di sottrarre voti a Forza Italia con la confusione e con l'inganno» di cui si sarebbe reso responsabile il movimento «Forza Campania». Ma a rendere tutto più grave per il Cavaliere c'è che le manovre partono «in questo delicato momento in cui la sinistra, avvalendosi del suo braccio giudiziario, vuole impedire al leader di centrodestra di condurre la campagna elettorale».
Insomma, si torna sempre lì: al processo per i diritti tv, alla condanna per frode fiscale che ha portato prima alla sua decadenza dal Senato e che ora rischia di rinchiuderlo agli arresti domiciliari nel pieno della campagna elettorale. Sono ore, racconta chi gli ha parlato nella serata di martedì, in cui la sensazione di accerchiamento ha portato Berlusconi quasi sull'orlo della depressione. «A chi mi chiede come va io rispondo sempre: bene. Ma stavolta devo fare uno sforzo».
A Palazzo di giustizia la situazione è peraltro piuttosto confusa. Lo stesso iter per la pratica di affidamento ai servizi sociali chiesto da Berlusconi si sta aggrovigliando. Non c'è stata una vera e propria ispezione psicologica sul condannato, che a Milano è prevista solo per chi deve scontare più di un anno di carcere. Ma ieri arriva la conferma di quanto anticipato ieri da Avvenire: l'Uepe, la struttura del ministero della Giustizia che si occupa delle pene alternative al carcere, ha già individuato una struttura per disabili dove
Berlusconi potrebbe dimostrare la sua volontà di reinserimento e di risarcimento. Ma chi ha attivato l'Uepe? La Procura generale nega. I difensori di Berlusconi confermano di non avere candidato il loro assistito ad alcuna forma di volontariato. E allora?
È il caso di notare che la prospettiva dipinta dall'Uepe sembra disegnata su misura per giustificare un rifiuto dell'affidamento.
Come è pensabile che Berlusconi vada una volta alla settimana, accompagnato da una scorta imponente e con un codazzo ancora più imponente di cronisti, a turbare la pace di qualche ospizio brianzolo? Cosa hanno fatto di male i ricoverati per essere inseguiti dai mass media alla ricerca di un aneddoto? Peraltro, di «risarcimento del danno» alla collettività è difficile teorizzare la necessità, visto che Mediaset ha già versato centinaia di milioni al fisco.E l'età avanzata di Berlusconi, si spiega in ambienti del tribunale di sorveglianza, rende improbabile un suo cambiamento interiore.
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