MilanoÈ stata raccolta nei bagni di una discoteca seminuda e sanguinante, elementi inequivocabili di uno stupro, ma lei non ricorda nulla. Per cui i carabinieri, in attesa ritrovi la memoria, hanno identificato il presunto stupratore e inviato gli atti in Procura. Non era invece presunta l'aggressione di un camionista polacco ai danni di una cubana incinta di cinque mesi. L'uomo è stato messo in fuga dalla reazione della donna ma subito arrestato dai militari.
Resta dunque avvolta nel mistero la vicenda di una studentessa di 19 anni che sabato sera insieme a una comitiva di una quarantina di coetanei, era andata a festeggiare il compleanno di un'amica alla discoteca Karma in via Fabio Massimo, estrema periferia sud est di Milano. Una notte ad alta gradazione alcolica durante la quale la giovane «sparisce». Gli amici iniziano a cercarla fino a trovarla dentro al bagno degli uomini, svenuta, con pantaloni e slip abbassati, sangue sulle gambe. Il 118 che raccoglie la giovane e avverte i carabinieri. Le condizioni infatti lasciano pensare a uno stupro, anche se poi si scopre che la perdita di sensi è dovuto alla smodata assunzione di alcol.
Portata alla clinica Mangiagalli viene visitata dai medici che si riservano di inviare il referto direttamente in Procura. Il giorno dopo la presunta vittima viene sentita dai carabinieri ma su un punto sembra molto decisa: «Non ricordo cosa sia successo, quindi non posso denunciare nulla, men che meno uno stupro». Gli investigatori ad ogni buon conto sentono i suoi amici, qualcuno ricorda di averla vista allontanarsi con uno della comitiva. Il presunto violentatore viene rapidamente identificato come un altro studente sempre di 19 anni. Rimane dunque incerto l'esito della vicenda: se la ragazza non ricorda e quindi non denuncia, difficilmente potrà essere avviata una inchiesta formale e arrivare a un incriminazione.
L'incriminazione, insieme all'arresto, è invece arrivata per un camionista polacco di 22 anni che sempre sabato alla 20 ha aggredito una ragazza cubana di 26.
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