Summit Berlusconi-Renzi "Presidente al primo voto"

A Parma l'ex premier incontra il sindaco e rilancia un candidato condiviso col Pd. Tra gag e battute sull'altezza, i due discutono di larghe intese e Colle

Summit Berlusconi-Renzi "Presidente al primo voto"

Tra stucchi e velluti rossi. Incontro a teatro. Riservatissimo, discreto. In una piccola sala tutta per loro. Non lontano, in barba alla scaramanzia, dal palco numero 17. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. L'uno di fronte all'altro, nella dorata solitudine dei numeri uno, in terra neutrale, quella di Parma, convenuti da invitati speciali per un'occasione speciale: il centenario della nascita di Pietro Barilla celebrato ieri con grande spolvero dalla celebre famiglia con uno spettacolo ad personam al Teatro Regio. Arrivano entrambi con largo anticipo ed è un incontro che va avanti a lungo prima dell'inizio dello spettacolo e scivola via leggero con la cordialità e la simpatia che, fin da tempi non sospetti aleggia fra loro. Poi, uditi i due annunci rituali per l'inizio della rappresentazione, ecco che lasciano il loro «rifugio» e fanno ingresso in sala, separatamente: prima Renzi, che si è seduto in quinta fila, a sinistra del palco in platea, a fianco di Paolo Barilla e di Luca Cordero di Montezemolo, e vicino a Laura Pausini. Dopodiché Berlusconi; che, tra sorrisi e strette di mano si è seduto seguire lo spettacolo in quarta fila dal lato opposto a Renzi, seduto vicino a Guido Barilla.

Quindi? Quindi rubate dai cronisti sulle scale del teatro o regalate a margine dello spettacolo ecco un distillato delle frasi più significative che il Cavaliere ha voluto consegnare ieri a Parma: «Per quanto riguarda la presidenza della Repubblica potremmo aderire a un candidato proposto dal Pd purché ci sia la possibilità di collaborare nel governo che auspichiamo sia messo in campo immediatamente e che possa varare con urgenza quei provvedimenti per far uscire l'economia dalla crisi recessiva che è tragica». «Credo - ha aggiunto - che per quanto riguarda il nostro movimento ci sia la volontà di essere disponibili a ciò che il Partito democratico propone. Mercoledì ci riuniremo: abbiamo già previsto un ufficio di presidenza la mattina e la riunione dei gruppi congiunti il pomeriggio precisando che in quella sede prenderemo la decisione».

E ancora, rispondendo ad una domanda del Tg5: «Non ho un modo particolare di accogliere le sfide. Finora ne ho fatte sei, le ho vinte tutte, penso che oramai ho l'abitudine a vincere... Mi auguro che si elegga il presidente della Repubblica al primo voto. Magari, ma vedo la situazione ancora assolutamente indeterminata. Noi abbiamo chiarito la nostra posizione sin dal primo giorno successivo alla comunicazione dei risultati elettorali - ha detto ancora Berlusconi - siamo in campo a disposizione per collaborare a un governo che possa provvedere a fare quelle leggi che dovrebbero far ripartire da subito l'economia, invertendo la situazione attuale. Aspettiamo indicazioni dal Pd». Simpatia e cordialità fra i due, si diceva, tanto che a più d'uno nel foyer ha pensato bene di ripassare alcune frasi di Berlusconi su Renzi: «Matteo porta avanti le nostre idee sotto le insegne del Pd. Con Renzi l'Italia potrebbe avere un partito socialdemocratico come molti Paesi europei. Se Renzi fosse sceso in campo non so se mi sarei candidato.

Avrei apprezzato una sfida fra lui e Alfano». E ancora: «Renzi un po' mi somiglia, è fuori dagli schemi». Frase che gli avrà sicuramente ripetuto ieri in privato, dopo che, a quanto pare, si sono scambiati battute persino sull'altezza reciproca.

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