La svolta romantica: adesso la prima volta conta di più per lui

La svolta romantica: adesso la prima volta conta di più per lui

La paura. È questo che negli anni ha reso più simile i ragazzi alle ragazze. Non è più una questione di maschi contro femmine. Lo dice uno studio americano pubblicato dal New York Times. Il tema è il più delicato, quello che da sempre ha fatto la vera, grande differenza tra uomini e donne: a quanti anni la prima volta? E oggi si scopre che i ragazzi sembrano più attenti e romantici. È cambiato tutto negli ultimi vent’anni. Nel 1988 tra i 15 e i 17 anni, i maschi vantavano più rapporti sessuali delle femmine. Per l’esattezza il 50 per cento dei maschi contro il 37 per cento delle ragazze. Oggi, venticinque anni dopo, sono pari, ovvero il 30 per cento di maschi e 30 per cento di femmine, dicono di aver avuto rapporti sessuali.
Cioè cosa è cambiato in questi anni di società liquida? Le ragazze sono più precoci. Si fanno meno problemi e lo dicono. Ne parlano apertamente. Nipoti ormai di una rivoluzione sessuale post femminista, sono più sfrontate, aggressive. Vogliono la parità anche sui tempi e sembra stiano vincendo. A parlare sono i dati, non c’entra la vergogna, la paura di parlare di un argomento ex tabù. «Sì è vero. Io lo vedo ogni giorno entrando nel mio studio- spiega la professoressa Alessanda Graziottin, direttore del centro di ginecologia San Raffaele Resnati. Nel 1985 il Papilloma virus era una malattia assai rara e ancora sconosciuta. Oggi moltissime ragazzine, molte delle quali giovanissime, entrano nel mio studio perchè hanno bisogno di cure. Ma c’è di più, nella fascia d’età che va dai 12 ai 16 anni le infezioni colpiscono le femmine più del doppio rispetto ai maschi. Numeri che dimostrano che sì: è vero, le ragazze sono diventate più precoci e hanno esperienze sessuali da giovanissime».
Si ridisegna il profilo dei giovani maschi. Aspettano e posticipano. Vogliono trovare la persona giusta, essere convinti. Si smentisce lo stereotipo secondo il quale i ragazzi di 15-16 anni sarebbero guidati nelle relazioni con l’altro sesso principalmente dall’ormone. La ricerca svela come il desiderio sessuale sia per i ragazzi meno importante di quanto si creda comunemente, collocando l’attrazione sessuale «solo» al secondo posto dopo il desiderio di instaurare una relazione romantica. Solo il 14% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di uscire con una ragazza solo perché spinto da interesse sessuale. Nei loro discorsi ci sono anche sentimenti e pensieri dolci e appassionati. «Ma attenzione a non confondere - spiega Graziottin. Il romanticismo c’entra sì, ma fino ad un certo punto. Dietro ci sono cause più profonde. C’è spesso un timore inconfessabile di non essere all’altezza, la paura di una performance scadente». Il 30 per cento dei ragazzi confessa di sentirsi insicuro e incerto. E poi ci sono le paure di prendersi una malattia. L’educazione sessuale a scuola ha fatto chiarezza sulle malattie, sull’Aids.
Ma la professoressa mette l’accento su un fenomeno nuovo, che esiste già in paesi come gli Stati Uniti o in Germania, che arriverà anche da noi. «I ragazzi hanno paura di una gravidanza». Sì proprio così. «Con il test del Dna il padre non può più ritrarsi davanti alle responsabilità. Con questo tipo di analisi rimanere incinta non è più un problema della donna. Oggi la responsabilità è anche dell’uomo. O del ragazzo che viene inchiodato dal test».
Insomma i ragazzi moderni sembrano essere molto più nervosi davanti al tema sesso delle ragazze. Secondo quanto emerso dal dagli psicologi dell’Università del Massachusetts, nonostante il testosterone continui a guidare molte scelte dei maschi in questione, tra le ragioni del primo appuntamento le motivazioni romantiche superano quelle sessuali. Interrogati sulle ragioni che li spingono a uscire con le ragazze, oltre l’80 per cento ha infatti dichiarato di farlo per un reale interesse nell'altra persona.

Insomma, il primo motivo per cui i ragazzini chiedono alle coetanee un incontro non è il sesso, ma il desiderio di una relazione sentimentale in piena regola.
«È ovvio, succede a chi ha alle spalle genitori che danno valore ai sentimenti. Questi ragazzi in genere sviluppano molta più attenzione nei confronti delle emozioni, dell’amore». Una questione di cultura.

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