RomaGiù le tasse, anzi no. Monti uno apre: «Non escludo», dice il Professore durante un incontro con i parlamentari dell'Intergruppo, che sia possibile individuare, da qui alle elezioni «anche soltanto un percorso per una prima tappa della riduzione fiscale». Monti bis richiude: «Il presidente del Consiglio - si legge in un comunicato di Palazzo Chigi - nulla ha detto su misure da adottarsi entro la fine della legislatura, ha solo risposto a una domanda dell'onorevole La Loggia».
Il new deal tributario di Mario Monti dura quindi lo spazio di un'ora. Sembra poco, ma è sufficiente per rilanciare alla grande il dibattito, per aprire uno spiraglio in cui parecchi si infilano. Giorgio Squinzi è il più veloce. «Vuole tagliare le imposte? Mi fa piacere - dice il presidente di Confindustria commentando la svolta provvisoria del governo -. Tutti ricordano quanto abbiamo sostenuto, e cioè che il carico fiscale sulle imprese è veramente devastante. Per cui, se si può fare qualcosa per abbassarlo, noi siamo d'accordo». L'Europa applaude. «Le parole del presidente del Consiglio ci fanno ben sperare - dichiara Antonio Tajani, vice presidente della Commissione Ue -. La pressione tributaria in Italia è di venti volte superiore a quella tedesca e ben sopra la media europea. Serve un nuovo patto». Pure Attilio Befera, il direttore dell'Agenzia delle entrate, ha dei dubbi: «Dopo quello che è successo, la genta non collega più le imposte con servizi pubblici ma con i Suv e le ostriche». E persino i sindacati si accodano. «Su un possibile alleggerimento delle tasse - annuncia Susanna Camusso, segretario della Cgil - noi siamo pronti a discutere».
Peccato che non sia pronto il Professore. Monti nel pomeriggio interviene a una riunione dell'Intergruppo sull'«agenda urbana», parla di politica e amministrazioni locali, ascolta la relazione del ministro Fabrizio Barca, poi risponde alle domande. Enrico La Loggia è decisamente il più pressante. «Presidente - lo incalza - lei esclude che già entro la fine dell'anno possa individuarsi un percorso, anche solo per una prima tappa, per una riduzione del carico fiscale?». Monti fa spallucce e risponde usando le stesse parole pronunciate dal deputato del Pdl. «Un percorso... una prima tappa... non lo escludo».
E a questo punto ce n'è abbastanza perchè si apra il caso. Si parla subito di grande novità, di rivoluzione. É la prima volta, si nota, che il premier accenna a una riduzione della pressione. Monti che fa intendere, che lascia capire che il governo è disposto ad avviare «un percorso» per ridurre le tasse: da quando è in carica, non l'ha mai detto. Anzi, ad agosto aveva smentito alcuni giornali che ipotizzavano il taglio dell'Irpef. Sì, è vero, sosteneva, «il peso fiscale sulle persone fisiche e sulle imprese in Italia è senz'altro eccessivo», e certo, ammetteva, «un fisco meno gravoso è una sacrosanta esigenza per i contribuenti onesti».
Da qui la sorpresa, durata 60 minuti, fino alla precisazione di Palazzo Chigi. La ricetta non cambia: si mangia pena e tasse.
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