LE TENSIONI NEL CENTRODESTRA

Roma«I numeri ci sono». L’ottimismo, è noto, non gli manca. Condito da una buona dose di concretezza. D’altra parte, non ripetesse come un mantra che «il governo andrà avanti altri tre anni» spunterebbe la principale arma di persuasione verso l’insoddisfatto pattuglione centrista visto che passare armi e bagagli con il centrodestra, magari in un nuovo gruppo parlamentare, non è cosa che si fa per accompagnare una legislatura al campo santo. Così, pur cosciente che tenere in piedi una maggioranza con il pallottoliere non è affatto facile e che l’ipotesi che si torni alle urne a marzo è tutt’altro che archiviata, Berlusconi continua a dirsi fiducioso. Anzi, non perde occasione per ribadirlo, che si tratti di consessi internazionali (Yaroslav), feste di partito (Atreju) o interviste televisive (Mattino Cinque).
E anche ieri, incontrando a Palazzo Grazioli il segretario del Pri Francesco Nucara il Cavaliere non ha mostrato alcuna esitazione: «I numeri ci sono». Sì, anche «per fare un gruppo parlamentare autonomo» di responsabilità nazionale. Che tradotto dal politichese altro non è che una sorta di gruppo «cuscinetto» che non solo potrebbe anestetizzare il Fli ma pure mandarlo verso il precipizio. Ed è anche per questo - sorvolando su un’incomunicabilità che è ormai non è solo politica ma umana e personale - che Berlusconi insiste nel dire che punta a una maggioranza «autonoma» dai finiani. Insomma, arrivare a quota 316 senza il Futuro e libertà. Perché Fini ormai non ha neanche il rango di interlocutore, ma pure perché questo gli permetterebbe di combattere il presidente della Camera con la sua stessa arma: la guerriglia parlamentare. Un gruppo in più, infatti, annacquerebbe la forza di Fini nella capigruppo di Montecitorio oltre che spuntare le armi dei finiani nelle commissioni parlamentari. Un esempio? Dal palco di Mirabello l’ex leader di An ci ha tenuto a dire che nella bicamerale per l’Attuazione del federalismo Mario Baldassarri è l’ago della bilancia, ma se si rimodulassero le presenze nelle commissioni rischierebbe di non esserlo più. Senza considerare che il 5 e 6 ottobre dovrebbe essere votato il rinnovo delle presidenze, con Giulia Buongiorno che a quel punto potrebbe non essere così salda in sella alla Giustizia come sembra oggi.
Tutte considerazioni comunque appese all’effettiva costituzione del nuovo gruppo. Dove dovrebbero confluire almeno cinque dell’Udc, cinque di Noi Sud, tre Liberaldemocratici e due del Pri. Difficile, invece, che le minoranze linguistiche o l’Mpa siano disponibili a passare (più facile che si limitino a sostenere il governo). Quindici in tutto, dunque. Cinque in meno della fatidica soglia di venti necessaria a dar vita a un gruppo autonomo alla Camera. Il Cavaliere, però, dà per certo l’arrivo di qualche finiano «pentito» - «c’è gente che mi chiama e mi dice che non vede l’ora di tornare da noi», confidava ieri al telefono - e non esclude uno-due delusi dell’Api di Rutelli e perfino dell’Idv. E, assicura un ministro molto vicino a Berlusconi, dovesse servire un contributo non è escluso che qualcuno dal Pdl migri nel nuovo gruppo. Qualche segnale d’insoddisfazione verso i finiani, intanto, arriva dal territorio visto che negli enti locali le fuoriuscite verso Futuro e libertà sono state minime.
Lavori in corso, dunque. Anche se solo a fine mese si saprà se davvero l’operazione «gruppo della responsabilità nazionale» andrà in porto. Anche perché Umberto Bossi non sembra affatto convinto di quella che in privato già ha definito «un’accozzaglia». E chissà se è anche per questo che ieri s’è deciso di rimandare la consueta cena del lunedì ad Arcore. D’altra parte, non è un mistero che il Senatùr spinga sulle urne, spalleggiato nel Pdl da un carico da novanta come Giulio Tremonti. E infatti pare che ultimamente tra premier e ministro dell’Economia sia tornata una certa tensione.

Ormai - ironizza il ministro di cui sopra - i due hanno in comune solo Lady Gaga. Tremonti, scherzando con i giovani di Atreju l’ha definita la sua «cantante preferita» e Berlusconi ha impattato a Mosca le note della celebre Alejandro mentre si beveva un Averna a fine giornata.

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