È tutto confuso, come la scena del massacro; come le spiegazioni che non si trovano; come le indagini «ecumeniche» a cui partecipano francesi, inglesi, adesso persino svizzeri e italiani (visto che i luoghi sono vicini). Finora senza cavare un ragno dal buco.
Il distinto procuratore di Annency Eric Maillaud, si affanna tra una conferenza e l'altra per raccontare banali ovvietà- «sono già al limite di quanto posso rivelare»-, lancia qualche esca e subito la ritira, la gendarmerie mostra tutta la sua inadeguatezza tornando a isolare la zona della strage dopo averla riaperta per oltre ventiquattr'ore. Ah, giusto per la cronaca: le vittime sono state tutte finite con due colpi alla testa. Da quelle parti, sui monti dell'Alta Savoia, nel frattempo c'è passato mezzo mondo: dai giornalisti agli ineffabili voyeur del macabro. Capaci di sbarcare in pullman con tanto di cestino da pic nic.
Cosa cerchino i poliziotti non si sa. Hanno descritto un perimetro di 4 chilometri intorno alla strada forestale nei pressi del villaggio di Chevaline, dove è stata ritrovata l'auto coi corpi crivellati della famiglia e si sono messi a frugare. Non c'è che dire, «rapidi» ed efficienti, per usare un eufemismo.
Intanto sulla sponda della Manica bobby e flic, gomito a gomito sono entrati nella villetta di Claygate, alle porte di Londra, dove abitava Saad al-Hilli, probabilmente lui il vero bersaglio dell'agguato. Moglie e suocera, compresa la figlioletta ferita, potrebbero rappresentare un «incidente» collaterale. Così come il ciclista, freddato perché passava di lì. Testimoni da eliminare. Gli agenti - che hanno isolato l'abitazione- hanno installato una sorta di tenda nelle vicinanze della casa per raccogliervi le eventuali prove trovate all'interno: saranno passati al setaccio non solo gli oggetti personali, ma anche il computer, con cui l'ingegnere iracheno gestiva la sua piccola azienda informatica, Shtech, con la speranza di trovare qualche traccia utile. Non si può certo escludere che l'ingegnere potesse aver scoperto qualcosa di strano nell'ambiente professionale.
Sta proprio qua il nocciolo. Bisogna trovare un movente, uno straccio di perché a tutto questo orrore. C'è una bimba di sette anni, ferita alla schiena, che quando verrà risvegliata dai medici, potrebbe forse raccontare qualcosa. La sorellina di quattro anni, Zeena anche lei scampata, rannicchiandosi sotto i cadaveri di madre e nonna, da quel momento non parla più. È stata in silenzio addirittura otto ore, senza quasi respirare per non essere scorta, mentre la polizia frugava attorno alla Bmw in cui c'erano i suoi genitori morti. Come potersi ancora fidare degli uomini?
Dicono le autorità, manco rivelassero chissà quali segreti, che a Grenoble, dov'è ricoverata con la sorella, siano arrivati finalmente due suoi parenti. Qualcuno vocifera addirittura che ci sia il fratello, proprio quello su cui si sono appuntati i sospetti degli investigatori. Secondo loro la strage potrebbe essere il tragico epilogo di una faida famigliare dovuta a questioni di soldi ed eredità.
Sembra che i due avessero forti contrasti, che l'ingegnere circa un anno fa lo avesse estromesso dall'azienda di famiglia mettendoci al suo posto la moglie dentista. Zaid al Hill nega tutto. Anche sul fronte della ricerca i killer si brancola nel buio, le loro tracce finiscono con i venticinque bossoli lasciati accanto al luogo dell'eccidio. Una persona che si trovava nelle vicinanze avrebbe raccontato di aver notato verso quell'ora un'auto 4x4 verde o di colore scuro passare a tutta velocità.
Il tempo, per ora gioca a favore degli assassini. Passano le ore e l'affaire si complica. A meno che una bimba, creduta morta, non possa dire chie è stato.
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