Tonino? È proprio come Bossi Ma in Italia non si può dire

Due vicende parallele: ritrutturazioni fatturate al partito, indagati, mogli che manovrano dietro le quinte, figli eletti e tesorieri allegri. Ma la storia politica del Senatùr è già finita

Il leader Idv Antonio Di Pietro
Il leader Idv Antonio Di Pietro

Roma «The Family» intesi come i Bossi: rasi al suolo, distrutti, sepolti dall'ignominia, dal padre alla moglie ai figli grandi e piccoli ora dediti all'agricoltura. Colpa di case ristrutturate coi soldi del partito, affitti pagati coi soldi del partito, spese private coi soldi del partito, parentopoli nel partito, figli infilati nei consigli regionali, tesorieri indagati per peculato (magari con ombre di 'ndrangheta), confusioni tra casse di partito e di famiglia. Ricorda qualcuno? Forse l'altra «The Family», quella dei Di Pietro. I Bossi spazzati via (prima dell'eventuale condanna), gli altri a minacciare querele contro i «killer» che indagano (secondo Di Pietro jr «un attacco dei poteri forti della finanza e della politica»). Ma le analogie abbondano.

RISTRUTTURAZIONI Nella cartellina dell'ex tesoriere Belsito spunta, tra le altre spese coi soldi del partito, anche una ristrutturazione della villa di Gemonio («Che io sappia, pare che siano 5-6mila euro»). E Di Pietro? Nel 2002 abita a Roma, in via Merulana, che «è sempre stata l'abitazione di Di Pietro e mai una sede dell'Idv» (dice Donadi capogruppo Idv). Il 18 novembre 2002 Di Pietro fa eseguire lavori di «imbiancatura e stuccatura pareti, riparazione idraulica». La fattura di 7.200 euro è intestata a «associazione Italia dei Valori, codice fiscale 90024590128». Paga il partito?

CASE Tra i segreti del «clan di Gemonio» spunta il «ballo del mattone dei Bossi»: 11 case intestate alla famiglia. Repubblica corregge: «Sono 18». In realtà sono due case, due fabbricati, e 14 frazioni di terreno. E Di Pietro? «Hanno detto che ho 56 case, non è vero, ne ho tre più la masseria di mio padre». In realtà Report ha parlato di 56 proprietà immobiliari di vario genere, non solo case. A una visura su «Agenzia del territorio» per Antonio Di Pietro, risultano intestati un fabbricato a Bergamo, 7 a Campobasso, due a Roma, e 49 frazioni di terreno sempre in provincia di Campobasso. Poi ci sono i 9 vani a Milano intestati alla Antocri Srl, di cui è unico socio, e una casa a Bruxelles. Il ballo del mattone Di Pietro?

PAGAMENTI «Belsito pagava le spese dei Bossi», si è appreso. Ora apprendiamo che in un libro di prossima uscita (titolo: Amen) dell'avvocato Di Domenico, cofondatore dell'Idv e nemico di Di Pietro, c'è il mistero di un assegno. «Nel 2011 il Tribunale di Roma mi ha dato ragione in una causa con Di Pietro, condannandolo alle spese legali» ci racconta Di Domenico. «Mi arriva un assegno, faccio controllare e scopro che viene da un conto corrente Cariparma, intestato non a Di Pietro ma a Vincenzo Maruccio». Il legale di Di Pietro, nonché ex capogruppo e tesoriere Idv in Regione Lazio, indagato per peculato. Perché l'assegno arriva da lì? Mistero (Maruccio non risponde, Di Domenico neppure).

AFFITTI La Lega, finanziata coi rimborsi elettorali, ha pagato gli affitti della casa di Bossi a Roma e della casa del figlio a Brescia. L'Idv, finanziato coi rimborsi elettorali, ha pagato 1.200 euro al mese l'affitto della sede di Bergamo al proprietario, cioè Di Pietro. E paga l'affitto della sua sede legale, a Milano, al proprietario dell'immobile. Cioè sempre a Di Pietro, titolare della Antocri Srl che possiede quel ufficio al 5 piano di via Casati.

FIGLI IN REGIONE Il nepotismo di casa Bossi, con la sua Trota eletta in Regione Lombardia (ora dimesso). Di Pietro invece ha il «Cefalo», soprannome per Cristiano Di Pietro, primogenito, eletto consigliere in Regione Molise, e prima ancora in Provincia di Campobasso. Molise, Padania?

UN BUON PARTITO PER LE MOGLI L'onnipresente Manuela Marrone, considerata la vera padrona della Lega prima dell'annullamento di Umberto Bossi, ora ai margini della Lega e quasi certamente non più candidato. Di Pietro ha fatto di meglio, ne ha valorizzate due di mogli. La prima, Isabella Ferrara, madre di Cristiano, candidata Idv al Comune di Cantù lo scorso maggio. E la seconda, Susanna Mazzoleni, membro per anni dell'associazione «a tre» Idv. Poi c'è il cognato Gabriele Cimadoro, indagato per abuso d'ufficio, deputato e coordinatore Idv di Como, direzione provinciale che ha candidato la prima moglie a Cantù. E poi c'è il suo di cognato, Ivan Rota, deputato, cognato del cognato. Nepotismo o cognatismo?

TROPPI INDAGATI Quanti guai nella Lega, consiglieri indagati, l'ombra della 'ndrangheta sull'ex tesoriere Belsito.

Però, l'Idv non è da meno, consiglieri regionali indagati per truffa, abuso d'ufficio o peculato. Tra cui sull'ex tesoriere del gruppo in Regione Lazio, Maruccio. La Procura di Roma vuole chiarire i movimenti su 781mila euro, e c'è «l'ombra del riciclaggio», come per Belsito. Almeno si è dimesso.

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