Tosi si tiene Verona: Pd e Pdl arrancano

A Parma il candidato 5 Stelle al ballottaggio con il 19%. Doria e Orlando in vantaggio a Genova e Palermo

Tosi si tiene Verona: Pd e Pdl arrancano

Roma - Quasi 9,5 milioni di italiani chiamati alle urne per le elezioni comunali. Sette milioni nelle Regioni a Statuto ordinario e più di 2 milioni di elettori in Sicilia e 150mila in Friuli Venezia Giulia. Al voto, però, ci sono andati meno di sette italiani su dieci (66,88%). Il primo dato è l’astensione che, in questa tornata, fa registrate un meno 7%. Alle precedenti elezioni amministrative, negli stessi Comuni nei quali si è votato l’altroieri e ieri, l’affluenza al voto era stata infatti pari al 73,74%. Ma al dato di chi è stato a casa, va aggiunto anche quello che ha scelto di premiare il Movimento 5 Stelle di Grillo. Un voto decisamente anticasta e/o antipartiti tradizionali. Stando alle proiezioni, è il comico la grande sorpresa. A Parma, riesce a piazzare un suo uomo al ballottaggio con lo strabiliante dato del 19,2%. Incrocerà la spada contro il candidato di centrosinistra, in testa con il 39,6%. Ma anche a Genova il candidato del movimento 5 stelle riesce a incamerare un dato dignitosissimo, andando oltre il 10%.
Per quanto riguarda i partiti tradizionali, tra i 27 capoluoghi di provincia, 17 erano governati dal centrodestra, 9 dal centrosinistra e 1 dal centro. Oltre ai capoluoghi, al voto sono andati altri 117 comuni con più di 15mila abitanti. Di questi, 68 erano governati dal centrodestra, 39 dal centrosinistra e 6 dal centro. Impossibile fare un riassunto completo ed esaustivo ma, al primo turno, il Pdl potrebbe confermare Lecce, Isernia e Gorizia. Quest’ultimo comune è un caso: qui la Lega si è presentata con il proprio simbolo affianco a Pdl, Udc, Fli, La Destra e altri. Mentre è presumibile il ballottaggio a Catanzaro, Monza, Como, Alessandria, Barletta, Asti e Brindisi. Un dato che fa parlare, se non proprio di disfatta, di sconfitta. In Sicilia, invece, è débâcle totale del centrodestra a Palermo, dove ci sarà sì un ballottaggio, ma sarà probabilmente tra il candidato di Idv, Leoluca Orlando, e il candidato «ufficiale» del centrosinistra, Fabrizio Ferrandelli. Ad Agrigento e Trapani, invece, ballottaggio quasi assicurato.
Ma se il Pdl piange, il Pd non ride certo. Al primo turno, Bersani dovrebbe farcela a Pistoia, Carrara, Taranto e Rieti. Andando al braccio di ferro in altri dieci comuni. A Frosinone, invece, si profila un cambio di casacca. Il candidato uscente di centrosinistra sarebbe in svantaggio nei confronti dell’avversario di centrodestra.
Per quanto riguarda la Lega, invece, soltanto il sindaco uscente di Verona, Flavio Tosi fa l’en plein e passa facile al primo turno sbaragliando il candidato del centrosinistra. Ma fuori da Verona è il disastro. In nessun altro centro il Carroccio riesce a piazzare un proprio uomo al ballottaggio e a Monza il sindaco leghista uscente non riesce neppure ad arrivare tra i primi due. Così, la corsa in solitaria e gli scandali che hanno travolto i padani, hanno l’effetto di far sparire il Carroccio persino dal comune di Sarego, sede del parlamento padano, oggi feudo dei grillini. Al sud, invece, vanno bene i dipietristi che a Palermo dovrebbero riuscire a piazzare il «vecchio» Leoluca Orlando. L’ala sinistra spinge bene nel Mezzogiorno, oltre che a Parma, a Cuneo, a Genova, a Lucca e Rieti.
Male invece, anche il cosiddetto Partito della nazione di Casini.

Anche se, occorre sottolineare, è difficile fare una valutazione perché il Terzo polo è andato in ordine sparso in molti comuni. In Toscana, dove a Pistoia s’è presentato unito, è arrivato addirittura quarto dopo centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 stelle. Malissimo anche Futuro e libertà, praticamente scomparsa.

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