Il «tranquillo» Pisapia ha una crisi di nervi sulla svendita aeroporti

Il «tranquillo» Pisapia  ha una crisi di nervi sulla svendita aeroporti

Milano «La forza tranquilla» è rimasto uno slogan della campagna elettorale. Dopo la prima inchiesta incassata dalla giunta arancione dopo neanche nove mesi di mandato, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia si dichiara (a parole) «assolutamente sereno». Ma interviene in Consiglio comunale e perde le staffe. Per venti minuti ieri ha provato a spostare l’attenzione dall’affaire Sea - che mette in imbarazzo la sinistra a Palazzo Marino - alla Regione Lombardia, ha insultato il centrodestra e l’ex ministro Ignazio La Russa.
Pisapia è «assolutamente tranquillo». Nei giorni scorsi la Procura di Milano ha aperto un fascicolo sull’asta del Comune per il 29,75% degli aeroporti milanesi dopo che è emersa un’intercettazione in cui il patron del fondo F2i Vito Gamberale parlava a un esponente del Pd di un bando «cucito su misura». É «deprimente - attacca il sindaco di tutti - che un’opposizione garantista anche di fronte al bunga bunga strumentalizzi qualcosa di inesistente. Che si sia garantisti con quelli della propria parte e forcaioli con gli avversari politici è inaccettabile. Non accettiamo lezioni da simili maestri». Ma anche quella dell’avvocato-sindaco Pisapia sul garantismo a senso unico dura poco. «Il procedimento su Sea non ha nessun iscritto al registro degli indagati» almeno per il momento «mentre ogni ora ci sono nuovi indagati, non certo dalla nostra parte politica ma dalla vostra» incalza i banchi del centrodestra». Milano non è la Regione Lombardia - tradotto - dove ieri è arrivato il decimo indagato in pochi mesi, l’assessore alla Sicurezza Romano La Russa. Fratello del coordinatore del Pdl a cui Pisapia lancia una stilettata, «Ignazio La Russa sulla questione Sea ha voluto speculare ora che non è più ministro e non gioca ai soldatini pensi a casa sua» e «questa inchiesta ha indagati anche in questo consiglio comunale, dalla vostra parte». Il consigliere Marco Osnato. Ma il coordinatore cittadino del Pdl Giulio Gallera (anche lui avvocato) si alza in difesa e ricorda al sindaco che «esiste la presunzione di innocenza». L’aula si surriscalda, il sindaco si rivolge al consigliere e parlamentare Riccardo De Corato, «ogni volta che lei fa dichiarazioni sono contento perché guadagno consensi, ma non accetto lezioni di etica». De Corato replica con la fedina immacolata, «in quindici anni da vicesindaco non mi ha sfiorato neanche un’inchiesta». Alla richiesta di una commissione di indagine interna sul pasticciaccio della Sea avanzata dal centrodestra non risponde. Come alle richieste di chiarimento sollevate nei giorni scorsi. Parla della Milano del futuro, con «piste ciclabili vere, periferie non più desolate» e strade «non più soffocate dal traffico».

Un comizio che solleva le poteste dell’opposizione: «Una relazione inutile che non ha chiarito nulla, anzi tradisce un evidente imbarazzo» è il giudizio del Pdl. E il leghista Matteo Salvini avverte: «Non lasceremo che svendano gli scali, le polemiche non ci interessano ma faremo le barricate per difendere i 5mila posti di lavoro».

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