Roma - Grillo chiama la piazza: appuntamento il 1° dicembre a Genova per il terzo V (Vaffa) day della storia del Movimento cinque stelle. È lo stesso capo stellato ad annunciarlo sul blog, una conferma alle voci che già circolavano. È una stretta dei ranghi mentre in Parlamento continuano le segrete ribellioni degli eletti al loro padre creatore, e mentre dagli altri partiti s'inizia fare le pulci a un Movimento che si professa trasparente ma che nasconde troppe cifre per ergersi a censore degli altri.
Prima di tutto i numeri di Grillo: la sua dichiarazione dei redditi deve essere pubblicata alla Camere, chiede Sinistra e libertà. Ai sensi di legge, ha scritto il senatore Sergio Boccadutri al presidente del Senato Piero Grasso. Perché Grillo, spiega Boccadutri, è il tesoriere del Movimento cinque stelle. Nello Statuto non è indicato esattamente con questa carica, ma come colui, in ogni caso, che gestisce le finanze interne. La rappresaglia di Sel è partita dopo l'ennesimo «ladri» echeggiato nell'aula di Montecitorio, indirizzato dai Cinque Stelle verso i partiti che tengono tutti i rimborsi elettorali dello Stato.
Secondo due leggi italiane, ha quindi scritto il senatore vendoliano alla presidenza del Senato, (dell'82 e del 2012) «i tesorieri devono comunicare al Parlamento la propria situazione patrimoniale e reddituale». Della situazione patrimoniale di Grillo, invece, non c'è traccia nei faldoni di Palazzo Madama. Il carteggio è stato pubblicato integralmente dal sito Huffington Post, con la risposta di Grasso: «Il Senato non ha ricevuto copia di alcuno statuto o atto costitutivo del Movimento 5 Stelle, dal quale si possano evincere le cariche di rappresentante o di tesoriere, né ha il potere, in base alla normativa vigente, di pretenderne la trasmissione o il deposito». La risposta del magistrato è stata quindi che non esistendo una copia dello statuto nel palazzo, non spetta al Senato chiedere conto a Grillo delle sue finanze. Il Senato non è comunque tenuto nemmeno a esercitare il ruolo di controllore. Ma presto qualcosa potrebbe cambiare, e lo spiega lo stesso Grasso: la Camera ha approvato un emendamento, presto all'esame di palazzo Madama, che attribuisce al Senato «la competenza in materia di anagrafe tributaria per i tesorieri non eletti».
Tornando alle vicende interne ai Cinque Stelle, Grillo prepara il V day, ma sa che l'annuncio non basta per ristabilire l'armonia con i parlamentari dopo le prese di posizione del comico contro i suoi senatori che chiedono l'abolizione del reato di clandestinità. Sembra che Grillo possa arrivare con Gianroberto Casaleggio nella Capitale addirittura oggi, per un incontro con i suoi eletti, alla Camera o al Senato. Essendo impegnato domani e dopodomani in Trentino per la campagna elettorale, l'altra ipotesi è che la resa dei conti tanto attesa si svolga la prossima settimana.
Nell'annuncio del V day, Grillo ricorda i precedenti: Bologna, settembre 2007, 350mila firme per «parlamento pulito». E Torino, il 25 aprile del 2008. Un milione 400mila firme per «un'informazione libera». Ora bisogna «andare oltre.
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