Uccisi dalle conserve fatte in casa

Uccisi dalle conserve fatte in casa

RomaIntossicati dai peperoni sott'olio o dalla soppressata calabrese. Due persone sono morte e una terza è ricoverata in condizioni gravi dopo aver mangiato conserve alimentari fatte in casa. È accaduto a Torrimpietra, piccola frazione del comune di Fiumicino, ieri mattina. Per Domenico Paladino, 57 anni residente ad Albidona, provincia di Cosenza, medico anestesista, e suo nipote Francesco Paladino, 50 anni, barista allo stadio Olimpico, non c'è stato nulla da fare. Quando i sanitari del 118 assieme coi vigili del fuoco hanno sfondato la porta della loro abitazione li hanno trovati privi di vita. Il figlio del medico, Francesco, 23 anni, è stato invece trasportato prima all'ospedale Padre Pio di Bracciano, poi al Gemelli. Lui è in prognosi riservata.
A capire che qualcosa non andava in casa dei tre, sono stati i vicini di via Riserva del Pascolare: «Avevamo un appuntamento con loro per la tarda mattinata - riferiscono ai carabinieri del nucleo radiomobile di Civitavecchia - ma non si sono visti e non rispondevano al campanello di casa». Quindi hanno chiamato i soccorsi. Secondo i primi accertamenti il medico, suo nipote e suo figlio avrebbero mangiato la sera prima alimenti fatti in casa, forse contaminati dal batterio botulino. Per ora, tuttavia, questa resta solo un'ipotesi, bisognerà aspettare l'esito degli esami tossicologici.. Ma c'è un particolare che rende più inquietante il dramma: una delle tre vittime, sentendosi male, ha chiamato il 118 ma l'ambulanza arrivata sul posto, in zona Tragliatella non avrebbe trovato da dove era partita la richiesta di soccorso perché il nominativo fornito nella telefonata non corrispondeva a nessuno di quelli degli abitanti nella strada. «Stando alle prime ricostruzioni - afferma Livio De Angelis, responsabile della sala operativa dell'Ares 118 di Roma - i pazienti avrebbero consumato la sera a cena conserve prodotte artigianalmente e, molto probabilmente, contenenti il Clostridium Botulinum, un batterio anaerobico che può contaminare gli alimenti rendendoli particolarmente pericolosi per la salute».
In particolare basterebbe un solo grammo di tossine di questo micidiale batterio per stroncare in poche ore la vita di dieci milioni di esseri umani. Dopo l'assunzione, i sintomi che insorgono sono: nausea, vomito, diarrea e forti dolori muscolari, quasi paralizzanti. Seguono problemi neurologici come secchezza della gola delle vie respiratorie, alterazioni visive, infine asfissia.
Fattore di rischio: la scarsa attenzione per le norme igienico sanitarie, come può accadere in un ambito casalingo. La presenza del botulino, spiega il ministero della Salute può essere «annunciata» dal rigonfiamento del coperchio della conserva stessa. A volte, ma non sempre, il botulino può essere accompagnato anche dalla comparsa di muffe sull'alimento e dal suo irrancidimento.

Purtroppo, quasi sempre, l'estrema pericolosità del batterio deriva dalla sua capacità di riprodursi mantenendo inalterate le caratteristiche organolettiche (aspetto, forma, colore e aroma) dell'alimento. sintomisolitamente si manifestano molto rapidamente, generalmente tra le 12 e 36 ore.

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