La fatalità, limperizia, la voglia di sfidare la natura. La montagna uccide ancora e quasi sempre le cause sono le stesse. Due escursionisti sono morti e altri due sono rimasti feriti sul monte Ortles, in Alto Adige, a causa di una slavina. I quattro erano in cordata su versante nord della montagna 3.905 metri, la più alta dellAlto Adige, forse ignari delle non perfette condizioni, grado di pericolosità pari a 2 «moderato» in quella zona, ma per nulla scoraggiati dalle avversità della scalata. I due morti sono un italiano di 40 anni, originario di Sassari, che viveva a Zurigo, e uno spagnolo di 35. I due feriti sono un giovane di 29 anni e una donna di 37, entrambi tedeschi. Portati via con l'elisoccorso, il primo è stato ricoverato all'ospedale di Merano, la seconda al nosocomio di Bolzano. Sono entrambi fuori pericolo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, il 118 e il soccorso alpino.
I quattro, che facevano parte di due cordate che verso le 8 avevano iniziato lascensione alla parete nord dellOrtles partendo dal rifugio Tabaretta, sarebbero stati colpiti da una scarica di ghiaccio e neve, con un fronte della valanga largo sessanta metri e profondo 200 che ha centrato la una comitiva di quattro scialpinisti. Non è la prima volta che succedono simili incidenti sulla parete nord della montagna. A chiamare i soccorsi è stato il cittadino tedesco, che è riuscito a liberarsi dalla neve e a lanciare lallarme. I soccorritori sono quindi riusciti a recuperare dalla neve ancora in vita la donna tedesca.
Uno scialpinista veneto di 51 anni invece ha perso la vita a causa di un malore durante unescursione nel Gruppo del Carega, tra il Trentino e la Provincia di Vicenza. Luomo, originario di Schio, era in località Boale Fondi, a quota 1.900 metri, quando si è sentito male. Sul posto è giunto lelicottero per i primi soccorsi. I sanitari hanno tentato di rianimarlo, invano. A causa della nebbia, lelisoccorso non ha potuto effettuare il recupero della salma, che è stata portata a valle dagli uomini del soccorso alpino.
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