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Valori, terra, comunità: il "popolo" di Magdi Cristiano Allam

Ieri il leader del movimento "Amo l’Italia" ha lanciato la sua candidatura a premier, annunciando l’intenzione di partecipare anche alle elezioni comunali di Roma

Valori, terra, comunità: il "popolo" di Magdi Cristiano Allam

«Date un matto ai liberali» scriveva nel 1951 Mario Ferrara sul prestigioso «Mondo» di Mario Pannunzio. E «diamo un matto» - anzi un «folle» - alla politica italiana, avrebbe potuto essere il titolo della festa di «Amo l’Italia», che ieri ha riempito l’Auditorium Don Bosco di via Melchiorre Gioia, a Milano, con centinaia di sostenitori e militanti. E una «sana follia» - la definizione è sua - è quella che ispira Magdi Cristiano Allam. Il leader del movimento ieri ha lanciato la sua candidatura a premier, annunciando l’intenzione di partecipare anche alle elezioni comunali di Roma. Un’Italia «nuova, libera, sovrana e federalista» è il suo progetto. Declinato nei 21 punti di un programma che sa di rivoluzione, cambiamento, e anche «miracolo». Uscita dall’euro, aliquota fiscale unica al 20 per cento da pagare ai Comuni, abolizione di tutto il pletorico sistema istituzionale-amministrativo che sta sopra i Comuni e fra i Comuni e lo Stato. E, in economia, le tre «t» per lo sviluppo: «Turismo, terra, tecnologia».

La parola chiave è «liberare», liberazione. Dalle burocrazie europee, dagli inganni del debito e dello spread, da uno Stato «ladrone e padrone» che succhia fino al 75 per cento dei guadagni delle imprese e in compenso non le paga (condannandole ormai a morire per crediti invece che debiti). «L’Italia è una nazione ricca - ha spiegato Allam - con 1.500 miliardi di Pil, l’80% delle famiglie proprietarie di case e il patrimonio più solido d’Europa». Ma questo Paese ha bisogno di un riscatto. La premessa è - appunto - liberare i cittadini dalla «dittatura mediatica e relativista», oltre che finanziaria. E liberarli dalla partitocrazia. Senza per questo cadere nella trappola di illusioni «buffonesche» che sono complementari, e non alternative, alle tecnocrazie dei poteri forti e globalizzati. Ma c’è anche una «dittatura giustizialista» da scardinare per il popolo di «Amo l’Italia», indignato per la vicenda dell’arresto del direttore del «Giornale», Alessandro Sallusti.

E a giudicare dalla partecipazione e dal clima di ieri, non sono pochi i cittadini che potrebbero riconoscersi nella «sana follia» di Allam. Cittadini delusi od organizzati in una serie di sigle, soggetti e associazioni. «Vincere la paura», «Una via per Oriana», «Rete dei patrioti», «Salviamo i cristiani». Queste alcune delle sigle presenti ieri a Milano. E se si pensa che ancora oggi - come ha denunciato Allam - «a Milano (oltre che in Egitto, ndr) i cristiani copti sono perseguitati», si capisce perché che questo mondo, forse poco visibile e «alla moda», è presente invece come un fiume carsico nella storia, anche politica, di un’Italia profonda - così come è stato presente, e fino al fenomeno-Obama anche vincente, nella storia americana. «Stop alla cultura della morte», dice il popolo di Allam.

«Aborto, eutanasia, eugenetica» sono gli idoli di un relativismo materialista individuato come una vera e propria minaccia per la civiltà di un’Europa che si è smarrita, e che può salvarsi solo se sarà capace di far «fiorire la cultura della vita».

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