Roma - Preferenze? Il vero «campione» di consensi resta Silvio Berlusconi. Sono giorni di calcoli e di analisi, di riflessioni e di lettura attenta dei «messaggi» che si nascondono dietro il verdetto delle urne. All'indomani del risultato delle Europee i dirigenti di Forza Italia cercano di interpretare i flussi registrati nelle varie circoscrizioni. Un passaggio necessario per individuare gli spostamenti dall'uno all'altro schieramento e capire dove agire per recuperare scontenti o mobilitare gli astenuti. Ma c'è un altro elemento su cui gli osservatori si stanno inevitabilmente soffermando in queste ore: l'analisi dei consensi relativi ai singoli candidati. La natura del voto delle Europee è, infatti, quella del voto di preferenza. E la gara dei numeri, inevitabilmente, diventa un misuratore di notorietà, un termometro dei rapporti di forza, uno strumento di legittimazione popolare e un possibile ascensore verso il potere.
I «campioni delle preferenze» sono ormai noti. In testa c'è Simona Bonafè con 288mila seguita da Raffaele Fitto con 284mila, e poi di seguito Matteo Salvini, Alessandra Moretti, Gianni Pittella, Pina Picierno e via via tutti gli altri. C'è un elemento, però, che è stato sottovalutato, una chiave di lettura diversa offerta da Fulvio Martusciello, neo-eletto europarlamentare nel Sud con 88mila preferenze. L'esponente campano di Forza Italia, assessore della giunta Caldoro, non ha dubbi su chi sia stato il candidato più votato del partito di San Lorenzo in Lucina. «I voti per Forza Italia sono stati 4.605.331» spiega. «Il totale delle preferenze espresse è stato di 2.240.904. Volendo anche sostenere che ogni scheda presentasse preferenze singole e non multiple, come invece sarebbe più logico ritenere, i voti riportati solo dal simbolo in cui era inserito il nome del presidente Berlusconi sono 2.364.427. Ecco perché il candidato Silvio Berlusconi è il candidato più votato di Italia. È lui il vero campione delle preferenze, i suoi numeri non sono paragonabili a quelli di nessuno di noi».
L'analisi di Martusciello è applicabile indistintamente a tutte e cinque le Circoscrizioni elettorali. Il «derby» tra i voti dati alla sola lista e i voti corredati da preferenza viene vinto, infatti, dai primi in tutti i macro-collegi. Nell'Italia Nord-Occidentale, comprendente Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, lo scarto tra schede senza preferenze (1.293.275) e schede con preferenze (418.797) è di 874.797, il maggiore in assoluto. Nell'Italia Nord-Orientale - Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna - la distanza tra voti di lista (737.783) e preferenze (195.794) è di 541.989 unità. Stesso discorso per l'Italia Centrale (Lazio, Marche, Toscana, Umbria) dove a fronte di 840.163 schede con il segno solo sul simbolo, quelle con voto di preferenza sono state 414.975 con un saldo di 425.188. Nell'Italia Meridionale (Abruzzo, Basilicata, Molise, Calabria, Campania, Puglia) la differenza è di 355.354, con i voti alla sola lista pari a 1.279.025 e le preferenze ferme a quota 923.671. Il Sud è anche la Circoscrizione in cui gli elettori hanno «prodotto» il maggior numero di preferenze: oltre il doppio rispetto al Nord-Ovest.
Infine le Isole con 455.085 voti di lista contro 287.986 preferenze, con uno scarto di 167.099 schede.
Il mosaico si compone dunque nel nome di Berlusconi il «non candidato» che, secondo questa interpretazione del voto, raggiungerebbe quota 2 milioni 364mila preferenze «virtuali». Un risultato non troppo lontano da quello del 2009 quando il leader dell'allora Pdl convinse 2 milioni e 700mila italiani a scrivere il suo nome sulla scheda elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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