La vittoria degli animalisti Stop alla tratta dei macachi

Non arriveranno altre scimmie per esperimenti e la Brambilla presenta una nuova interrogazione: "Verificate la loro provenienza"

La vittoria degli animalisti  Stop alla tratta dei macachi

Stop. Non arriveranno più scimmie dalla Cina per essere vivisezionate, e quelle già stipate nel famigerato capannone a Correzzana, in Brianza, hanno buone possibilità di salvarsi. È questa la prima, grande vittoria degli animalisti, capitanati dall’ex ministro Michela Vittoria Brambilla. La mobilitazione è stata formidabile. Animalisti, gruppi anti vivisezione, media solidali. Tutti contro alla sperimentazione sugli animali deportati dalla Cina. Novecento in tutto. I telegiornali avevano dato grande risalto, mostrando fotografie tristissime. Immagini peggiori che riprendevano un piccolo mamaco aggrappato con la zampetta alla griglia della gabbia per non essere acciufato; l’uomo in camice bianco costretto addirittura ad aiutarsi con un piede per riuscire a staccare l’animale spacciato e disperato. Una scena che ha colpito, urtato la sensibilità di molti. E poi le petizioni, una raccolta di firme, la mobilitazione che si allarga, che chiede di estendere il divieto di vivisezionare anche agli altri animali, tra cui i Beagle, i cani prescelti per gli esperimenti. Oggi questa maxi deportazione di 900 macachi dalla Cina alla Harlan di Correzzana al momento in quarantena al laboratorio ha fatto rumore.

L’ex ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla ci aveva creduto fin dall’inizio in questa battaglia. Con il gruppo antivivisezione si era organizzata, preparata, partecipato ai sit-in. L’altro ieri era riuscita a visitare lo stabilimento della multinazionale. Ha avuto un lungo colloquio telefonico con David Broker, il presidente della multinazionale. Il presidente Broker ha, infatti, deciso di lasciare gli Usa e venire in Italia per incontrare questa mattina l’ex ministro Brambilla, che rappresenterà anche il fronte di tutte le associazioni animaliste impegnate nella battaglia contro la vivisezione. Ieri una nuova interrogazione della Brambilla con le associazioni animaliste ai ministri della Salute, dell’Ambiente, degli Esteri, delle Politiche agricole e forestali. L’obbiettivo è verificare la provenienza delle scimmie importate in Italia, la parlamentare chiede se i ministri non ritengano violato il sentimento verso gli animali tutelato dal codice penale, se gli animali siano stati davvero presi da allevamenti e non siano invece stati prelevati dal loro ambiente.

«I metodi alla Frankenstein - ha detto la deputata - sono residui del passato, comode scorciatoie per le imprese farmaceutiche. Comunque considero l’aver bloccato l’importazione di altre scimmie e l’incontro con il presidente Broker già un primo risultato importante ed una vittoria per tutti coloro che amano gli animali e vogliono vederli rispettati». Sì, una vittoria sudata. Mercoledì, davanti alla struttura brianzola, c’era stato gran fermento, tra sit-in e blitz di alcuni gruppi di animalisti. Poi sono arrivati i Nas e gli ispettori inviati dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Ieri poi un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Università e Ricerca sulla vivisezione è stata presentata dal senatore Alberto Balboni del Pdl in cui si chiede al governo di «intervenire con urgenza al fine di revocare l’autorizzazione concessa per evitare che tali scimmie siano oggetto di sperimentazioni».

Molti sono i cittadini che in questi giorni si stanno indignando.

Si fanno paragoni e si scopre ad esempio che negli Stati Uniti da ben 5 anni, lo studio dei dati derivati dal modello animale è stato sostituito con lo studio dei dati specifici per la specie umana basati sulla ricerca di cellule e tessuti. Si chiama progresso e civiltà.

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