Voci sul web per una vicenda di hackeraggio. La Procura smentisce

Voci sul web per una vicenda di hackeraggio. La Procura smentisce

Neanche il tempo di diventare consulente per la comunicazione dei gruppi a Palazzo Madama. Neanche il tempo, lui che sul suo blog Byoblu fa «informazione libera», di proclamare il silenzio stampa (che per un blogger chiamato a occuparsi di comunicazione fa a dir poco sorridere) perché, ha denunciato a «rete» unificata, dal blog ai social network, che «la macchina del fango è entrata subito in azione», manipolando le sue dichiarazioni. Neanche il tempo, appunto. Perché ieri per Claudio Messora, l'amico di Casaleggio chiamato con Daniele Martinelli, dopo il pasticciaccio brutto dei ribelli del Senato che ha rischiato di mandare in frantumi il M5S, a occuparsi della comunicazione tra i gruppi di Senato e Camera e la premiata ditta Beppe&Gianroberto, è arrivata una mazzata che ha fatto il giro del web. «È indagato, a Monza», per «ricettazione, violazione, sottrazione e rivelazione del contenuto di corrispondenza», ha scritto il quotidiano online La voce d'Italia. «Messora sarebbe indagato», hanno ripreso in massa numerosi siti e blog, aggiungendo un più prudente condizionale ma riportando il testo de La voce d'Italia, compresa l'ipotesi che la stessa procura stia per aprire un fascicolo «a carico di una cinquantina di attivisti grillini per minacce». Fino a quando dalla procura di Monza non è arrivata, sia pure non ufficialmente, la smentita, secca: non c'è nessuna indagine sul neo consulente dei Cinque Stelle Claudio Messora.
Un giallo, insomma. O forse non tanto. Stando almeno a Dagospia, che pubblica una ricostruzione che concilia la notizia dell'inchiesta con la relativa smentita della procura di Monza. Come? È presto detto. Secondo il sito di Roberto D'Agostino, infatti, la chiave sarebbe da ricercarsi nel sito che ha pubblicato la notizia, La voce d'Italia. «Il dettaglio non secondario – spiega Dago – è che il direttore responsabile del sito “La Voce” è Marco Manuel Marsili, attivo con un movimento dei “Pirati” che presentò le liste civetta con il simbolo del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni. Chiaramente partì una furiosa lite tra Marsili e i suoi “pirati” e i seguaci di Grillo, durante la quale Messora pubblicò una serie di conversazioni private di Marsili su Facebook, che erano state diffuse dal gruppo hacker Anonymous. L'ipotesi di reato «ricettazione, violazione, sottrazione e rivelazione del contenuto di corrispondenza» sembra dunque sposarsi perfettamente con una denuncia di Marsili contro Messora. Seguita a stretto giro dalla «notizia» dell'indagine sul suo stesso sito...».
Ecco dunque la base del giallo, che a questo punto si sbiadisce. La procura di Monza altro non avrebbe fatto che raccogliere la denuncia di Marsili. E ora, per Messora, avrebbe già chiesto l'archiviazione, come assicura il sito di Vanity Fair.

Resterebbe invece aperto un filone d'inchiesta contro ignoti per violazione dei profili Facebook dei «Pirati». Messora, dal canto suo, se la ride su Facebook: «Messora indagato per ricettazione. Fantastica! Poi vi spiego chi è e ci facciamo una grassa risata».

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