«Inviate documenti che provino la santità di Wojtyla»

«Inviate documenti che provino  la santità di Wojtyla»
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L’«editto» campeggia in grande evidenza sulla prima pagina dell’Osservatore Romano, ma anche in un angolo basso della pagina 22 del quotidiano Avvenire: lo ha promulgato il cardinale Camillo Ruini per «invitare» tutti i fedeli a comunicare direttamente o a far pervenire «tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità» di Giovanni Paolo II. Il processo di beatificazione di Papa Wojtyla muove dunque i suoi primi passi concreti. Nell’editto Ruini ricorda che la «sua fama di santità» è «esplosa in modo eclatante al momento della morte». E «ordina» a quanti fossero in possesso di scritti – diari, lettere, scritture private – di consegnarli in originale o in copia autenticata. Nella prima parte del testamento, scritta nel 1979, il Pontefice aveva dato ordine di bruciare i suoi appunti.

Quasi sempre i Papi hanno dato indicazione di distruggere gli scritti rimasti al momento della morte, quasi sempre sono stati disattesi, come dimostra la pubblicazione centellinata dei loro «inediti». L’editto del cardinale, datato 18 maggio, giorno del compleanno di Giovanni Paolo II, rimarrà appeso per due mesi alle porte del Vicariato di Roma e della curia di Cracovia.

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