Egregio Direttore, in previsione delle elezioni regionali del 2010 le forze politiche di centro-destra stanno sviluppando su «il Giornale» un dibattito che fino a giovedì è rimasto tutto interno allo schieramento; com'è prassi generale in questi casi, sommando messaggi cifrati interni a strategie di consolidamento dell'alleanza. Il contributo di Beppe Costa sposta però l'orizzonte della discussione, introducendo - a fianco della polemica politica obbligata - temi che sono propri non di uno schieramento ma della politica e che richiamano dunque l'attenzione di tutte le forze politiche, se tali vogliono essere.
Per questo approfittando della cortesia del Giornale e Sua, mi inserisco forse impropriamente in un dibattito che in parte non mi riguarda.
Il giudizio che do della Giunta Vincenzi è un giudizio positivo, contrariamente a quello del collega Costa; ma - proprio nella prospettiva di deideologizzazione che lui sottolineava - questo non mi toglie né il dovere né il gusto di confrontarmi con le sue posizioni.
Non è solo normale buona creanza e nemmeno una questione di metodo politico. È la politica come gli elettori da tempo ci stanno indicando vorrebbero che fosse: moderata nei toni e attenta nel merito ai problemi concreti, con risposte possibili nei modi e certe nei tempi. E cioè l'esatto contrario del fondamentalismo di schieramento che è urlato nel metodo e incapace nel merito.
Del resto è la cosa più semplice, soprattutto quando sei all'opposizione e magari sei anche incolto e presuntuoso. Vale per il centro destra in Comune e per il centro sinistra in Parlamento. Per anni c'è stato un bipolarismo coatto, nel doppio senso di obbligato e plebeo, che ha privilegiato l'appartenenza e non la capacità di ragionamento. Stiamo andando verso il superamento di questi schemi che hanno prodotto solo arretratezze e mancanza di decisioni per il nostro Paese e, speriamo, verso la costruzione di un bipolarismo adulto e razionale, dove lo spartiacque saranno i programmi.
Purtroppo esiste ancora una distanza enorme tra la consapevolezza di dover agevolare questo processo, che tutti abbiamo, e i comportamenti concreti che vengono messi in atto.
È una verifica che facciamo troppo spesso nelle istituzioni locali dove l'ideologismo è un rischio che certamente appartiene ai due schieramenti, ma con maggiore tentazione si presenta tra i banchi dell'opposizione.
Così come del resto abbiamo verificato che l'approccio moderato e concreto è quello che ha prodotto le pagine migliori della nostra cronaca amministrativa. Volendo concludere, l'ultima riflessione in linea con questi ragionamenti non può che, concretamente, riguardare il cosa fare.
Voi state discutendo di schieramenti e del 2010; ma nel frattempo non possiamo discutere con pacatezza di problemi che ci sono oggi, sapendo che - ai diversi livelli - abbiamo tutti delle responsabilità? È mai possibile che non sulla gestione del quotidiano, ma sui temi strategici della città - reindustrializzazione e infrastrutture - la politica incolta e bottegaia prevalga sul bene comune e dunque sulla Politica?
Egregio Direttore, poiché com'è noto sono un conservatore, mi consento una famosa citazione di un notissimo rivoluzionario; diceva Mao «non importa che il gatto sia nero o bianco, l'importante è che catturi i topi».
*consigliere comunale P.D.
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