Antonio Signorini
da Roma
Ministro Gianni Alemanno, una Finanziaria approvata in quattro ore. È andato veramente tutto così liscio?
«Lo dico senza fare forzature: considerando la limitatezza delle risorse disponibili e il taglio di 11,5 miliardi per il deficit, questa è una delle migliori manovre fatte in questa legislatura. Siamo riusciti a fare una Finanziaria da 20 miliardi senza toccare. grazie a Storace, la spesa sanitaria. Non è poco».
Però non vi siete messi daccordo sulle misure pro-famiglia. Come mai?
«Abbiamo fatto questa legge in meno di una settimana e non abbiamo ancora trovato risposte a tutte le questioni e siamo stati costretti a rinviare ulteriori aggiustamenti al maxiemendamento che sarà definito nei prossimi giorni ponendo la questione della fiducia. Abbiamo deciso di istituire un tavolo, del quale faccio parte, con quattro rappresentanti dei partiti della Cdl che concorderanno le misure. Entro 20 giorni dovremmo aver finito il nostro lavoro».
Entriamo nel merito. La partita più difficile sembra quella con gli enti locali....
«Nel maxiemendamento potremmo inserire aggiustamenti, ma in linea generale la filosofia rimane quella di porre un freno a spese correnti senza toccare la spesa sociale e i servizi. Poi i sacrifici richiesti ai ministeri sono molto superiori. Io mi sto già aggirando per il mio ministero con le forbici. Vorrei anche sottolineare che per la prima volta è stato fatto un taglio importante ai costi della politica».
Non è vero quello che dicono i sindaci e cioè che alla fine pagheranno i cittadini?
«Ne approfitto per ricordare al sindaco di Roma Veltroni che non potrà tagliare i servizi, semmai le consulenze. Gli sprechi, non i campioni».
Cè chi, come Enrico Letta della Margherita, teme che la tassa sulle grandi reti peserà sulle bollette. È daccordo?
«La posizione di Letta mi sembra favorire solo i grandi gruppi. Eni ed Enel hanno avuto risultati molto positivi. Si possono diminuire i dividendi senza aumentare le bollette».
È scomparso, almeno per il momento, il taglio dellIrap. Cosa cambia con lintervento sul cuneo contributivo?
«Diminuisce il costo del lavoro. I contributi sono abbattuti delluno per cento con una misura che in tutto vale due miliardi di euro. È un segnale importante che ci avevano richiesto le imprese. A differenza dellIrap lintervento sul cuneo è spalmato sulle piccole e grandi imprese e favorisce tutta lItalia. Ricordo anche il finanziamento della riforma del Tfr, che farà partire i fondi pensione».
Lei aveva auspicato aumenti delle imposte sui capital gain. Le piace la soluzione nel ddl?
«Lo considero un successo. Laumento da 12 a 18 mesi dellesenzione, inserimento di unimposta di base è un grande segnale contro le speculazioni finanziarie. Daltra parte noi avevamo chiesto proprio segnali chiari a favore dei risparmiatori e contro gli speculatori. E questo è avvenuto».
E le detrazioni per i redditi familiari?
«Bisogna trovare delle entrate. Quando chiedevo un miliardo per le famiglie pensavo a questi interventi. Se in seguito dovessero spuntare altri finanziamenti non una tantum, questa sarà la nostra prima preoccupazione. Per il 2006 utilizzeremo il miliardo di euro già disponibili per interventi non assistenziali, come il contributo per pagare i libri di testo o per finanziare gli asili nido».
Il quoziente familiare rimane tra le ipotesi in campo?
«Le deduzioni che abbiamo proposto sono un primo passo verso il quoziente familiare che bisogna applicare gradualmente, perché complessivamente porterà a una riduzione delle tasse di 23 miliardi».
Se saranno presentati emendamenti con i condoni che posizione prenderete?
«Non vogliamo né una sanatoria fiscale né una edilizia; non sono compatibili con la lotta all'evasione dalla quale ci attendiamo 450 milioni».
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