«Io, il sindaco che ha vietato Bella ciao»

Marco Tedde: «Alla festa voglio soltanto l’Inno di Mameli, come nel cerimoniale del Quirinale»

da Milano

Sindaco Marco Tedde, il suo divieto di suonare «Bella ciao» alle manifestazioni del 25 aprile di Alghero sta scatenando un putiferio...
«Sì, ed è un putiferio creato ad arte, visto che quest’anno non c’è assolutamente nessuna novità rispetto al passato. La scelta del cerimoniale del nostro Comune, che io come Fi prima e come Pdl adesso guido dal 2002, di togliere questa canzone risale a quattro anni fa. Il fatto è che oggi c’è un deputato del Pdci non rieletto, Elias Vacca, che va in cerca di visibilità. Ecco perché il caso si è scatenato ora».
Quando avete deciso di eliminare «Bella ciao» non ha protestato proprio nessuno?
«Assolutamente no. Come ho spiegato in una lettera aperta all’avvocato Vacca, il cerimoniale dei festeggiamenti è cambiato ormai da qualche anno. Ed è cambiato perché è stato adeguato, nel nostro piccolo, a quello del Quirinale. In quella sede si suona soltanto l’Inno di Mameli, come è giusto che sia per una festa che deve essere unitaria e non un momento di contrapposizioni e polemiche, una data che unisce, non che divide. Da questo ha preso le mosse la nostra decisione di non inserire “Bella ciao” nel programma musicale ufficiale. Una decisione che nessuno ha mai contestato, neanche le associazioni partigiane. Lo ribadisco: quella di oggi è una polemica strumentale».
E la banda? Neanche la banda ha avuto qualcosa da ridire rispetto alla modifica del programma musicale?
«Ma no, nel modo più assoluto no. Non c’era alcun motivo di non rispettare il cerimoniale. Io, l’ho spiegato nella lettera, non ho nulla contro “Bella ciao”. È una canzone bella, struggente, ma non esprime quella carica di unità, concordia e fratellanza dell’inno nazionale. È questo il motivo che ci ha spinto, tutti in perfetto accordo, a cambiare il programma».
Cosa prevede il cerimoniale?
«Il cerimoniale prevede che si suoni soltanto l’Inno di Mameli, perché solo l’inno nazionale è adatto a rappresentare il significato di questa ricorrenza. Dopo il 2003 abbiamo deciso di dare maggiore solennità alla Festa della Liberazione. Alla nostra manifestazione partecipano tutti, i reduci, le associazioni partigiane, persino gli agenti segreti che di solito non vanno da nessuna parte... C’è un corteo ufficiale della città che, accompagnato dalla banda, si ferma per deporre corone d’alloro dove ci sono lapidi che ricordano i caduti. Spero che quest’anno non ci siano problemi, così com’è stato sinora».


E se qualcuno nel corteo intona «Bella ciao»?
«Non succede assolutamente nulla, a meno che non ci sia qualche estremista di sinistra che cominci ad alzare i pugni al cielo. Ma non sono io a giudicare, se ci sono gli estremi della provocazione interverranno le forze dell’ordine».

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