La rivincita dello squalo è quasi completa. Lex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani è di nuovo in grado di mordere, di nuovo in grado di contestare le scelte del regime, di nuovo in grado di contrapporsi alla Suprema Guida Alì Khamenei.
Da ieri è il nuovo presidente dellAssemblea degli Esperti, il nuovo leader di quel conclave politico-religioso a cui la Costituzione iraniana attribuisce il potere di scegliere la Suprema Guida, contestarne le scelte ed eventualmente imporne le dimissioni. I numeri della vittoria, conseguita con il voto di 41 degli 86 esperti dellAssemblea, non danno però il senso della complessa battaglia condotta da Rafsanjani contro i settori più oltranzisti del regime. I suoi principali avversari erano layatollah Taqi Mesbah Yazdi, padre spirituale e mentore del presidente Mahmoud Ahmadinejad e layatollah Ahmad Jannati, linflessibile capo di quel Consiglio dei Guardiani che a ogni elezione fa piazza pulita di candidati riformisti e liberali. Alle presidenziali del 2005 layatollah Yazdi aveva umiliato Rafsanjani facendo convergere sullo sconosciuto Ahmadinejad i voti di esercito e milizie. Stavolta Yazdi non aveva grandi possibilità. Le sue tesi ultra conservatrici, sconfinate nel poco ortodosso culto messianico del 12mo imam, hanno finito con linsospettire Khamenei e gli altri falchi del regime che gli hanno preferito il più controllabile Ahmad Jannati.
Rafsanjani però aveva già la vittoria in tasca. Alle elezioni per il rinnovo dellAssemblea degli Esperti dello scorso autunno lui e i suoi ayatollah avevano conquistato la maggioranza degli 86 seggi. A questo punto il 73enne Rafsanjani, unico e ultimo punto di riferimento per riformisti e moderati, può portare alle estreme conseguenze lo scontro con il grande rivale Khamenei. Le differenze tra i due sono evidenti. Deciso avversario dellisolazionismo in politica estera, Rafsanjani arrivò - durante le presidenziali del 2005 - a promettere la ripresa delle relazioni diplomatiche con Washington. In campo nucleare, pur difendendo le scelte del regime, ha sempre raccomandato prudenza ricordando, come ha fatto anche ieri, che il paese «non deve cedere alle provocazioni e non deve fornire scuse al nemico».
Ma per aver la meglio sui falchi, Rafsanjani dovrà sfruttare al massimo le potenzialità offertegli dalla nuova carica. Fino ad oggi il conclave degli 86 ayatollah non ha mai esercitato le funzioni di controllo sullattività della Suprema Guida conferitegli dalla Costituzione. Adesso potrebbe cominciare.
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