Roma - Il più tempestivo di tutti è Paolo Bonaiuti. Che già in tarda mattina, neanche un’ora dopo l’apertura di Romano Prodi sulla possibilità di vendere una parte delle riserve auree di Bankitalia, dà il «la» all’alzata di scudi dell’opposizione. «Prima il tesoretto, ora l’assalto ai Bot, ai Cct e alle riserve d’oro. Prodi - ironizza il portavoce di Silvio Berlusconi - vuol fare il primo ministro oppure capitan Uncino?». E attacca: «Dopo aver chiamato “tesoretto” il maltolto, ovvero quanto è stato sottratto agli italiani con una gragnuola di tasse, il governo ora vuole “armonizzare le rendite finanziarie”, ovvero aumentare le aliquote su Bot e Cct e, se non dovesse bastare, utilizzare anche le riserve auree». «E meno male - conclude Bonaiuti - che la sinistra chiamò il suo programma Per il bene dell’Italia...».
Sulla stessa linea Isabella Bertolini, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, secondo la quale ormai «il governo ha deciso di vendere anche l’oro di famiglia». Insomma, «un esecutivo vampiresco, che non si accontenta di affamare gli italiani con mille tasse e mille balzelli, ma ora allunga le mani anche sulle casse di Bankitalia». «Per fortuna - ironizza la Bertolini - che la sinistra al governo aveva sistemato finalmente i conti pubblici...».
Piuttosto polemico pure Osvaldo Napoli, secondo il quale «la richiesta di Prodi di attingere alle riserve auree è l’ammissione del fallimento del suo governo sul fronte del risanamento della finanza pubblica». Secondo il deputato di Forza Italia, «come fece Mussolini», il premier «invoca la donazione dell’oro alla Patria». «Con la differenza - aggiunge - che Mussolini cercava di instillare amor patrio negli italiani per convincerli a donare le loro fedi nuziali allo Stato, mentre Prodi non ha nulla da evocare».
Di «assalto alla diligenza di Bankitalia» parla invece il deputato azzurro Antonio Martusciello, mentre il suo collega Giorgio Jannone, membro della commissione Finanze della Camera, dice di essere «disposto a fare la “guardia parlamentare” davanti alle riserve auree» che «sono state accumulate e preservate in 50 di storia della Repubblica» e oggi Prodi vorrebbe utilizzare «per sanare i contrasti interni alla sua maggioranza».
Come Forza Italia, anche An, Lega e Udc non nascondono il loro scetticismo sulla proposta del premier. È laconico ma efficace il capogruppo al Senato di An Altero Matteoli che parla di «saccheggio». Mentre il deputato Adolfo Urso paragona il governo alla «Banda Bassotti» che «dopo aver dilapidato il tesoretto ora vorrebbe mettere le mani sul tesoro di Bankitalia per soddisfare le brame dell’estrema sinistra».
Per la Lega è Roberto Calderoli ad usare come al solito immagini piuttosto colorite. «Quando uno arriva a voler utilizzare le riserve auree della Banca centrale - dice il vicepresidente del Senato - significa che deve fare liquidità per poter scappare con la cassa, ovvero aver i fondi per l’imminente campagna elettorale: da qui a breve ci sarà da aspettarsi l’obbligo per la consegna delle fedi e degli altri oggetti d’oro delle famiglie e l’obbligo di estrazione dei denti d’oro dagli estinti in onore del regime prodiano».
Di idea «semplicemente demenziale» parla invece il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa.
«Non si comprende davvero - dice - come persone dal rigore di Padoa-Schioppa e Prodi si avventurino con tanta faciloneria su sentieri che dovrebbero ben conoscere. Il tema della riduzione del debito pubblico va risolto da governo e Parlamento senza scorciatoie».Scettico anche Gianfranco Rotondi, segretario della Dc per le Autonomie: «Mi sembra davvero una trovata estiva».
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