Iscrizioni boom ai corsi di autodifesa

In 230 entrano nel progetto del Comune. Mille in lista d’attesa. Si impara a resistere alle aggressioni

da Milano

Le milanesi non si sentono sicure. Temono scippi, borseggi e altre aggressioni al punto che hanno preso d'assalto «Cintura rosa», i corsi gratuiti di autodifesa del Comune. Visto il successo della prima edizione, domani parte la seconda. E i 300 posti sono esauriti. Le prime ad iscriversi sono state alcune delle 1.000 donne rimaste in lista d'attesa, rimaste fuori dal primo bando. Possono partecipare ai corsi anche coloro che lavorano a Milano ma vivono altrove. I 70 posti in più non sono l'unica differenza rispetto al passato, questa volta non si svolgeranno soltanto in centro ma anche in periferia. Proprio quella periferia che tanto spaventa le donne.
Le lezioni comprendono dieci incontri con psicologi ed istruttori della scuola del corpo di polizia municipale. Viste le tante adesioni, è corretto dedurre che le milanesi hanno paura? «Purtroppo sì - risponde l'assessore comunale della Salute Carla De Albertis - alcune delle iscritte alla prima edizione di “Cintura Rosa” hanno dichiarato di averlo fatto perché erano state vittime di aggressioni. La nostra città spaventa, ma niente a che vedere con quanto si è scoperto a Roma. Milano non sta però con le mani in mano e i corsi sono una delle prime contromisure adottate. L'iniziativa è stata apprezzata anche da altri amministratori: vogliono ripeterla a Sassari, Torino e Venezia. Milano per prima ha messo in atto queste iniziative, adesso tocca al governo. Purtroppo non ha inserito in Finanziaria fondi per sicurezza ed espulsioni immediate. In questi giorni a Milano se ne sono contate solo quattro. Decisamente ridicole. E pensare che gli strumenti ci sono. Il prefetto prenda in mano i lavori di schedatura degli immigrati elaborati dalla polizia municipale».

Quelli che preoccupano maggiormente sono gli addensamenti nomadi. «Vanno sgomberati, come servono soldi per le forze dell'ordine: a Milano le volanti non sono sottoposte alla giusta manutenzione e a volte non escono in servizio», conclude l’assessore.

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