Sono arrivati gli ispettori da Bruxelles e da Francoforte, una ventina di funzionari per un soggiorno romano di due giorni in cui cominciare il controllo sull'applicazione dell'Agenda europea. E sono ritornati gli sgarbi nel governo tra il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta e il collega dell'Economia Giulio Tremonti. I due non si stanno simpatici, e lo si sa. La tensione aveva toccato il culmine a fine ottobre, quando era stato Brunetta - davanti alle titubanze del titolare di via XX Settembre - a scrivere la lettera d'intenti per le autorità europee. Un documento che poi sarebbe toccato a Tremonti difendere e spiegare, com'è successo lunedì sera all'eurogruppo.
Ieri, mentre gli ispettori erano all'opera, altre scintille si sono sprigionate da una lettera di Brunetta a Silvio Berlusconi nella quale «con molto rammarico» si rivela un retroscena poco edificante. Una «situazione estremamente grave - scrive il ministro - nella quale sono stato posto dal ministero dell'Economia e finanze». Gli uffici di Brunetta hanno saputo formalmente soltanto martedì pomeriggio che l'incontro con gli ispettori si sarebbe svolto la mattina dopo. «Ma la cosa più grave è che la documentazione e i quesiti sottoposti dall'Europa all'Italia e, per competenza, a questo ministero, pur essendo stati inviati al ministero dell'Economia il 4 novembre, ci sono stati trasmessi solo la sera dell'8 novembre alle 20.47», e il vertice era in calendario 12 ore dopo, alle 9 di ieri mattina.
Il questionario degli ispettori è rimasto dunque fermo quattro giorni, denuncia Brunetta, che chiede a Berlusconi di intervenire: «Ti prego di voler quanto prima, al più tardi nel prossimo consiglio dei ministri, provocare un chiarimento su questo punto che, come è evidente, non ha nulla di meramente formale. Il momento è cruciale ed è necessario assicurare una risposta tempestiva, completa e collegiale del governo italiano all'Europa».
Fonti europee hanno in effetti confermato che dagli ispettori della Commissione europea e della Banca centrale è partita la richiesta all'Italia di adottare «subito» misure «di ampia portata» per affrontare la crisi dei mercati finanziari, secondo quanto indicato dalla lettera della Bce dello scorso agosto. «Sono state chieste delucidazioni e approfondimenti sulla lettera di 39 punti che abbiamo mandato, ovviamente ci saranno risposte circostanziate rispetto ai tempi», ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Entro la serata di ieri ogni dicastero ha prodotto agli ispettori una serie di indicazioni su quanto compete a ciascuno.
La delegazione di controllori europei è formata da rappresentanti della Direzione generale affari economici e finanziari della Commissione europea e della Direzione sviluppo economico della Bce. Essi hanno fatto la prima tappa a Palazzo Vidoni, sede del ministero di Brunetta, che ha avuto meno tempo di tutti per preparare il dossier in inglese e francese; poi sono andati in Banca d'Italia e quindi al ministero dell'Economia. La missione si conclude oggi. Una nota di Brunetta fa sapere che i materiali consegnati «illustrano puntualmente i principali indicatori sui fondamentali dell'economia del Paese e i risultati ottenuti dal governo in materia di politica economica e di bilancio». A lui sono state rivolte domande sulla semplificazione e modernizzazione della funzione pubblica.
I colloqui in Bankitalia sono invece stati tecnici.
I vertici di Via Nazionale, a quanto si è appreso, hanno ribadito la linea perseguita dall'ex governatore Mario Draghi e fatta propria dal successore Ignazio Visco: i problemi possono essere risolti alla radice solo aumentando il potenziale di crescita dell’economia italiana nel suo complesso e agendo sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. Entro fine mese sono attesi da Washington gli ispettori del Fondo monetario internazionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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