Israele, spie spiazzate dall'offerta di Trump a Rouhani

I servizi diplomatici e di intelligence israeliani sono rimasti "stupefatti per due giorni", dopo che Trump ha annunciato la sua disponibilità a incontrare Rouhani senza precondizioni prestabilite

Israele, spie spiazzate dall'offerta di Trump a Rouhani

In Israele l'offerta del presidente Donald Trump di tenere colloqui con il leader iraniano Hassan Rouhani ha colto di sorpresa la comunità dei servizi segreti.

Secondo il sito di studi israeliano Debkafile, i servizi diplomatici e di intelligence israeliani sono rimasti "stupefatti per due giorni", dopo che Trump ha annunciato la sua disponibilità a incontrare Rouhani senza precondizioni prestabilite.

"Gli occhi e le orecchie della diplomazia e dell’intelligence di Israele non hanno riferito nulla su ciò che stava succedendo, perché davano per scontato che l'amministrazione Trump non accettasse un'iniziativa di portata così vasta senza far sapere a Gerusalemme", hanno scritto su Debkafile.

Sembra che emissari degli Stati Uniti e dell'Iran abbiano tenuto colloqui esplorativi, dall'inizio di giugno scorso, presso degli uffici governativi in Oman, senza che Israele ne sapesse nulla. Tra i “dialoganti” ci sarebbero stati il ministro degli esteri omanita Yusuf bin Alawi bin Abdullah e il ministro degli Esteri iraniano Muhamed Javad Zarif.

Questa disponibilità di Trump e questi incontri segreti hanno preoccupato l'Israele di Benjamin Netanyahu ed hanno fatto sollevare una serie di domande, la più importante delle quali è se l'amministrazione Trump abbia veramente cambiato rotta sull’Iran, tenendo all’oscuro dei mutamenti Israele.

Il presidente Donald Trump sull’Iran il 31 luglio aveva dichiarato: "ho la sensazione che ci parleranno presto. E forse no, e va bene anche così". Il 7 giugno lo stesso Trump aveva commentato: "L'Iran è un posto diverso rispetto a due mesi fa, e vedremo cosa accadrà. E forse, alla fine, qualcosa accadrà con l'Iran".

Non si tratta di commenti privi di significato, dal momento che le dichiarazioni di Trump spesso innescano, quanto meno, reazioni mediatiche.

Un anonimo funzionario israeliano ha dichiarato al Debkafile che "anziani funzionari statunitensi hanno riferito ad Israele che non c'è alcun cambiamento nella dura politica americana contro l'Iran".

Tuttavia il semplice fatto che Trump sia disposto a sedersi con Rouhani è di per sé un cambiamento nella politica che interessa sia il Medio Oriente che il mondo intero.

Ma è anche vero che l’inclinazione di Trump all'incontro con gli avversari dell'America, in particolare la Corea del Nord (Kim Jong Un a Singapore) e la Russia (Vladimir Putin a Helsinki), non ha comportato alcuna revoca delle sanzioni, tanto meno un cambiamento nella politica di Washington.

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