In Italia il fisco se la prende con le quattro ruote

da Milano

Il governo Prodi non ha certo simpatia per gli automobilisti. Nonostante le promesse fatte prima delle elezioni l’imposizione fiscale sull’auto ha raggiunto livelli mai toccati nel passato. Dai 75 miliardi del 2004 si è passati ai 76 del 2005 fino ad arrivare ai 78 miliardi di euro dello scorso anno. Continua a crescere (+2,6%) la pressione fiscale sul settore, come mostra l’analisi dell’Anfia. I 78 miliardi di gettito rappresentano il 19,5% di tutte le entrate tributarie nazionali. A incidere maggiormente sul totale sono i 57,6 miliardi derivati dal possesso dei veicoli, cui va aggiunta l’Ipt (imposta provinciale di trascrizione), presente solo nel nostro Paese, che ha generato un gettito di 1,28 miliardi di euro (+5,8% rispetto al 2005). Senza dimenticare le imposte su lubrificanti, combustibili, RC, ricambi e pedaggi.
«In Italia l’auto è tartassata e spesso demonizzata, non la si considera strumento di mobilità e di libertà individuali, spesso unica alternativa a fronte della carenza di mezzi pubblici adeguati», afferma Giuseppe Bitti, amministratore delegato di Kia Motors Italia. Inoltre la recente politica fiscale italiana sulle auto aziendali, che limita fortemente la deducibilità dei costi di acquisto e di manutenzione, costituisce un forte limite allo sviluppo del mercato delle cosiddette «flotte aziendali» che in Italia costituisce solo il 12% con circa 180mila unità, contro una media di oltre il 30% nei Paesi europei, dove vi sono normative fiscali più vantaggiose.
In Gran Bretagna, alcuni anni fa, per fronteggiare una grave crisi del mercato automobilistico, il governo varò un pacchetto di agevolazioni per le imprese che concedevano ai dipendenti l’utilizzo, anche privato, dell’auto aziendale. Questa decisione provocò una straordinaria crescita del mercato, con un vantaggio anche dal punto di vista ambientale, visto che centinaia di migliaia di «vecchie» auto vennero sostituite con altre nuove meno inquinanti.
In Italia, mercato sempre più difficile, nel 2007 le immatricolazioni di auto nuove hanno registrato nel primo semestre una crescita del 6,5%, con 1.416.363 unità. La domanda è ancora sostenuta, dovuta soprattutto agli incentivi statali sulle rottamazioni. «Per quanto riguarda Kia in Italia – dice Bitti – nel primo semestre l’azienda ha registrato una crescita del 23,9% grazie soprattutto alle vendite di Picanto e della ultima nata Cee’d. Ai primi di settembre avverrà il lancio della Cee’d station wagon ed a fine anno arriverà anche una versione tre porte, che sarà presentata al prossimo Salone di Francoforte. Con una garanzia a sette anni ed un buon valore residuo dell’auto anche dopo tre anni, potremmo offrire alle flotte aziendali una gamma di modelli estremamente interessanti. Nel 2008 presenteremo il Soul, un “cross over” di soli 4 metri che si inserirà in un nuovo segmento di mercato con grandi potenzialità.

Pensiamo di superare nel 2007 le 33-34mila auto immatricolate per ritornare oltre quota 40mila nel 2008, quando disporremo della gamma completa della Cee’d, prodotta nel moderno stabilimento di Zilina in Slovacchia, e di altri nuovi modelli».

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