Italiani bastonati: paghiamo la Rc auto il doppio degli altri

É la Rc auto il tallone d’Achille del sistema assicurativo: gli automobilisti italiani, infatti, pagano mediamente il doppio dei loro colleghi francesi, tedeschi e spagnoli. Peggio ancora se abitano a Sud, dove assicurare un’autovettura di media cilindrata per giovani e neopatentati può costare anche più di settemila euro. A lanciare l’allarme è l’Isvap (l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni), che ha aperto un’indagine e punta il dito sugli aumenti ingiustificati delle tariffe da parte delle compagnie: «Non è la scelta corretta - dice il presidente Giancarlo Giannini -, è solo la leva più immediata e a più rapido effetto in un mercato in cui il cittadino è obbligato ad assicurarsi».
Le cifre, infatti, parlano chiaro: in Italia il premio medio è 407 euro, contro i 222 della Germania, i 172 della Francia e i 229 della Spagna, con incrementi cumulati tra il 2002 e il 2009 quasi tripli (17,9% contro il 7%) della media Ue.
Dal canto suo, l’Ania si difende attaccando: i prezzi in Italia sono alti perchè i costi sopportati dalle imprese di assicurazione sono abnormi, i più alti d’Europa, sostiene l’associazione delle imprese assicurative, chiedendo di adottare «interventi normativi» per ridurre i costi e i prezzi. In particolare, sostengono le compagnie, «in Francia la frequenza dei sinistri è del 4,4%, la metà di quella italiana. Il numero dei feriti è inferiore ai 200mila, un quinto di quelli italiani».
Immediato il contrattacco dell’Isvap: «In Francia si riescono a fare tariffe della Rc auto più basse grazie ad un maggior sviluppo del ramo danni, come il furto, l’incendio o le malattie. Da noi le compagnie assicurative sono troppo focalizzate sull’auto». In pratica, dice, i francesi hanno un premio che è la metà di quello italiano perchè usano il basso prezzo Rc auto per entrare negli altri mercati e vendere altri prodotti danni mentre «in Italia sono due fenomeni nettamente separati: non c’è niente quindi - conclude - che giustifichi un premio doppio. È un processo che non può continuare, va invertito».
Tanto più che è in continuo aumento l’evasione assicurativa: dal 2002 sono state scoperte 48 compagnie fantasma, dedite al raggiro degli automobilisti con l’offerta di premi esigui dietro i quali non ci sono nè strutture nè riserve nè, ovviamente, risarcimenti. Di conseguenza, è in crescita il ricorso al fondo vittime della strada da parte di cittadini che hanno avuto sinistri con veicoli non assicurati -oltre 21mila nel 2009, il doppio rispetto al 2002-, mentre cominciano a diventare «significative» le cifre sui falsi contrassegni in circolazione. Ma l’Isvap ritiene che queste cifre siano soltanto la punta dell’iceberg e che il fenomeno sia anche più grave.


L’Isvap non risparmia nemmeno le banche, accusate di applicare delle «provvigioni abnormi», su mutui e finanziamenti, «estremamente penalizzanti per centinaia di migliaia di cittadini». E annuncia una nuova normativa che punta a risolvere il problema un volta per tutte.

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