"Italiani ingovernabili" Berlusconi cita il Duce

La stampa di sinistra insorge perché Berlusconi ha ripreso la frase: "Inutile governare gli italiani". Tutto vero: finora nessuno c’è riuscito

"Italiani ingovernabili"  Berlusconi cita il Duce

Q uando ho letto ieri mattina che Berlusconi aveva fatto delle «dichiarazioni choc», ho pensato: ci siamo, ora attacca il governo e lo fa cadere, è finita la tregua. Invece, vado a leggere e che cosa trovo? Il resoconto di un incontro a porte chiuse in cui l’ex presidente del Consiglio notava che in Italia è difficilissimo, anzi quasi impossibile, anzi assolutamente impossibile, fare le cose che si era deciso di fare. Monti affronta le lobby di tassisti e farmacisti, e ne esce con le ossa rotte. E intanto noto che questa tremenda parola – lobby – viene usata in cronaca politica in senso non soltanto peggiorativo, ma quasi diabolico. Tutto andrebbe bene se non ci fossero le lobby. Poi però pensi all’Inghilterra e agli Stati Uniti e ti ricordi che le deprecate lobby altro non sono che i gruppi di interesse i quali in piena legittimità fanno sentire il loro peso in democrazia, perché la democrazia, malgrado il comune sentire italiano, è bella perché divide, separa, aizza allo scontro. L’unanimismo è la palude della democrazia ed è accettabile soltanto in momenti estremi e per breve tempo.
Ma comunque quel che Berlusconi diceva, parlando di Monti ma pensando a se stesso, era riferito alla particolarità, unicità, di un Paese come l’Italia, che a quanto pare non è riformabile. I guai che ha oggi – divario Nord Sud, malavita concentrata in alcune regioni ed espansa in tutte le altre, evasione fiscale di massa, disaffezione alle regole – sono esattamente gli stessi di cui soffriva cento e più anni fa, come è dimostrato dai risultati di numerose commissioni d’inchiesta promosse dal Parlamento sabaudo e che, lette oggi, sembrano scritte ieri.
Ma Berlusconi ha avuto il torto, mediaticamente parlando, di citare una nota opinione di Mussolini, quando disse: «Governare gli italiani non è impossibile. È inutile». E ovviamente Mussolini aveva, almeno in apparenza, a disposizione tutti gli strumenti coercitivi possibili, non aveva gli intralci formali di una democrazia parlamentare e come dittature aveva, almeno a parole, mano libera. Ma quando doveva affrontare le lobby, che ai suoi tempi si chiamavano «corporazioni», sapeva che non poteva mettersele contro più di tanto, perché la loro potenza di fatto era superiore anche a quella apparentemente schiacciante e militaresca delle milizie fasciste e delle camicie nere. Per questo motivo, aggiungiamo noi, il regime dittatoriale trasformò il Parlamento in una «Camera dei fasci e delle corporazioni», cioè del partito unico messo di fronte alle lobby.
E poi, caduto il fascismo, l’Italia ha conosciuto governi di destra e di sinistra, governi democristiani e di coalizione, governi socialisti e di larghe intese: tutte le formule possibili con tutte le leadership possibili, ma il risultato finale è che l’Italia soffre oggi delle stesse malattie, magari modernizzate, di cui soffriva subito dopo l’Unità. E quella delle lobby potentissime e inamovibili è soltanto una delle tante. Berlusconi probabilmente voleva esprimere la sua solidarietà all’attuale abitante di Palazzo Chigi, dicendo che in fondo non è certo colpa di un governo tecnico in apparenza molto muscolare e determinato, se al momento dello scontro con i poteri sotterranei, il governo soccombe o almeno vacilla. E ai tempi del fascismo questa situazione era sintetizzata in una barzelletta molto in voga: il Duce dichiara guerra alle mosche e dice che bisogna sterminare questi insetti. Un gerarca va a Napoli e la trova infestata sicché chiede irritato al podestà: «Ma non avete fatto la guerra alle mosche?». «Come no, risponde quello, avimmo fatto ‘a guerra ma hanno vinto ‘e mmosche».
Dunque, riconducendo la questione ai fatti reali, ieri mattina parecchi giornali hanno suggerito ai loro lettori che Berlusconi abbia detto qualcosa di scioccante e naturalmente di irresponsabile, minando alla base la maggioranza parlamentare che regge il governo Monti. Ma quando poi si va a vedere che cosa è accaduto realmente, si scopre che l’ex capo del governo ha avuto parole di amara solidarietà per Monti, di cui però era anche facile leggere il sottinteso: «Visto? Credevate che governare l’Italia fosse facile e che bastasse essere sobri e godere di una enorme maggioranza parlamentare. La verità è quella che anche Monti ha oggi sotto gli occhi e che io conosco forse meglio di lui».


E probabilmente è stata proprio la trasparenza del sottinteso a provocare in alcuni giornali il riflesso automatico dell’oscuramento del vero significato e di creare un falso significato: quello di un atteggiamento minaccioso verso il governo, così da poter convocare, con un piccolo gioco di prestigio sul senso delle parole, un tono di biasimo diffuso verso l’ex presidente del Consiglio che in fondo è buono in ogni stagione politica. Hanno vinto le mosche, come sempre, ma guai a chi lo dice.

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