Stefano Filippi
nostro inviato a Lucca
Wayne Gould, l'inventore della sudoku-mania, non aveva dubbi: è un passatempo da uomini. E nemmeno Will Shatz, «crossword editor» (cioè responsabile della pagina dei giochi) del New York Times e autore di cinque libri sui puzzle: era arcisicuro che avrebbe vinto uno dei due americani. Sentenze emesse ieri mattina, mentre si sfidavano i nove finalisti del primo campionato mondiale di sudoku. I numeri, non quelli degli schemi logici ma dei partecipanti, gli davano ragione: 85 iscritti al torneo e appena il 30 per cento appartenente al gentil sesso. Invece ha vinto una donna, una trentunenne ceca che fa l'economista e la cavallerizza. Jana Tylova ha sfatato il mito che la logica sia una faccenda riservata ai cervelli maschili. Ha messo in fila diciotto uomini. La diciannovesima è un'altra ragazza, la veneziana Giulia Franceschini, campionessa italiana. Che dunque va considerata la numero due al mondo nella graduatoria femminile.
Gould ha sfoderato il più smagliante dei suoi sorrisi quando, nel Palazzo Ducale di Lucca sede della Provincia, ha incoronato Jana prima campionessa mondiale della storia del sudoku. Bionda, capelli lunghi, occhi azzurri, grande appassionata di cavalli, la vincitrice vive a Most, città della Repubblica Ceca sui Monti Metalliferi vicina al confine con la Sassonia, si cimenta nei rompicapo da meno di dieci anni, ha un fidanzato che funge anche da allenatore nei quiz e dal 2000 è la numero uno nella classifica donne della Wpf, la World Puzzle Federation.
Insomma, gli avversari dovevano stare molto attenti alla Tylova. Erano rimasti in tre nella prova cruciale, tuttavia Jana non era la favorita perché le eliminatorie di venerdì avevano lanciato due americani. Ma Thomas Snyder, 26 anni e un Phd in chimica ad Harvard, e Wei-Hwa Huang, trentenne ingegnere elettronico del sito Internet Google, si sono arresi. E proprio affrontando un sudoku classico, un bello schema normale, satanico finché si vuole però simile a quelli che si trovano ogni giorno sui quotidiani di tutto il mondo. Griglia da completare in 15 minuti che nessuno ha finito: Jana ha azzeccato 80 numeri su 81, gli altri hanno pasticciato con matite e pennarelli.
Prima di approdare al cimento finale, i tre hanno dovuto superare una lunga selezione. I nove finalisti avevano un quarto d'ora per dare la soluzione e il peggiore veniva escluso dalla prova successiva. Sudoku complicatissimi scritti su grandi fogli da decifrare davanti a un pubblico silenzioso che tentava l'impossibile: fare meglio dei cervelloni. Cinque eliminazioni (un serbo, un ceco, uno slovacco, un giapponese, un ungherese) fino al colpo di scena del sesto puzzle, quello che doveva determinare i magnifici tre. Un sudoku toroidale, cioè a spirale: i numeri dall'1 al 9 andavano scritti non in quadrati ma in serpentine che s'interrompevano in fondo alla griglia per riprendere alla riga sotto. Quattro in gara, solo Snyder completa il gioco, gli altri tre (compresa la futura campionessa) inseriscono appena un numero, un misero 3. Resta fuori chi venerdì aveva la classifica peggiore, che poi è anche il nome più famoso in gara a Lucca: Tetsuya Nishio, un geniaccio giapponese che disegna cartoni animati e nel tempo libero inventa nuovi rompicapo. Uno dei più arditi schemi logici per risolvere i sudoku si chiama proprio «tecnica Nishio». Gli allievi hanno superato il maestro, finito quarto.
Ma il campionato di Lucca ha avuto un altro vincitore, ed è Riccardo Albini, l'organizzatore. Albini è un milanese che non disdegna i casinò e la Borsa, ha girato il mondo, ha cominciato nelle riviste di videogames, ha inventato il Fantacalcio (poi venduto al gruppo Espresso). Un anno e mezzo fa ha portato in Italia il sudoku: ha convinto i giornali, ha fondato la società Nonzero che pubblica libri e riviste specializzate come Sudoku Mix e Logic Art, si è affiliato alla Wpf e ora ha messo in piedi questo primo torneo mondiale con l'aiuto dell'Azienda di promozione turistica di Lucca.
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