Juventus divisa in due I big rimpiangono Lippi

La vecchia guardia fa fatica ad accettare l’arrivo dei giovani e Giovinco non è ancora stato accettato. Il tecnico ha il pieno appoggio di Cobolli Gigli ma Secco e Blanc vorrebbero cambiare subito

Juventus divisa in due  
I big rimpiangono Lippi

Domenico Latagliata

Torino - Quindici giorni pesanti. Pesantissimi, anzi. Perché la Juve non è abituata a trovarsi alle prese con una crisi di queste dimensioni. Vero che le prime della classe sono solo quattro punti più sopra, vero anche che l'aria torinese si è fatta irrespirabile: i tifosi sono in rivolta, i giocatori hanno fatto chiaramente capire che così non si può andare avanti e Del Piero lo ha detto a chiare lettere. «Meno male che c'è la sosta, dovremo farne buon uso».

Come? Questo è il dilemma. Ieri il presidente Cobolli Gigli ha ribadito che «Ranieri non si tocca. Non ci sono giustificazioni, ma sono convinto che l'allenatore e il suo staff sapranno fare in modo che torni subito una grande Juventus». I tifosi, al contrario, manderebbero volentieri a casa l'allenatore e su internet il tam tam è diventato un urlo squassante: il 70% dei votanti di un sondaggio promosso da vecchiasignora.com vorrebbe vedere esonerato il tecnico romano. Il quale, rifugiatosi a Londra fino a domani, ha le sue colpe, ma non è l'unico responsabile di questa situazione: «Ogni decisione presa, da quando ci sono io, è stata condivisa da tutti», amava ripetere Ranieri quest'estate. E, allora, tutti dietro la lavagna, almeno per ora: per avere investito male fior di soldi fin dalla passata stagione (Andrade 10 milioni, Tiago 14, Almiron 9) e avere affiancato a Sissoko (11) un giocatore come Poulsen (10) che ha le stesse caratteristiche del maliano e che fa fatica anche a stoppare un pallone.

Non si è insomma capito che alla squadra serviva un giocatore di qualità in mezzo al campo: Xabi Alonso costava troppo e Ranieri l’ha scartato perché gli avevano detto che si allenava poco ma Liverani, tanto per fare un nome, era in scadenza di contratto. Con Trezeguet ai box - piccolo dettaglio: perché non operarlo a giugno, visto che le condizioni delle sue ginocchia erano note? - la frittata tecnica è completa.

Risultato: la crescente tensione ha provocato il deterioramento dei rapporti tra Ranieri e Blanc (e soprattutto Secco), il che è stato percepito soprattutto dalla vecchia guardia come un segnale di sfiducia nei confronti del tecnico, nonostante la stima espressa da Cobolli Gigli. Soprattutto si rimpiange Lippi («Lui faceva gruppo - dicono le voci dallo spogliatoio -, Ranieri non ci parla mai delle sue decisioni») e in alcuni casi persino Capello.

A ciò, oltre a una condizione atletica rivedibile, va aggiunta la difficile coesistenza tra il nucleo storico della squadra e gli ultimi arrivati: la gelosia nel mantenere il posto e certi privilegi all'interno dello spogliatoio non hanno finora permesso al gruppo di crescere. Il che si è manifestato anche in campo dove, tanto per fare un nome, Giovinco ha fatto fatica a venire accettato da alcuni suoi più illustri compagni.

Quel che pare certo è il futuro segnato di Ranieri: se è vero che, in corsa, la Juve ha esonerato solo Carniglia per Rabitti nell’ottobre 1969 (ma c’è chi parla di Gentile traghettatore), è difficile immaginare il tecnico romano ancora sulla panchina bianconera nel 2009-2010. Il toto-allenatore, sia per l'oggi che per il domani, è già cominciato: un contatto con Donadoni pare ci sia già stato, mentre convincono poco le ipotesi legate a Ferrara, Tardelli e Vialli. Chi altro? Il sogno è Prandelli, un'ipotesi più percorribile Spalletti. Prima, però, la proprietà dovrà anche decidere sull'assetto societario.

Vero che Blanc, cui qualcuno rimprovera anche una certa lontananza dalla squadra, rimarrà in sella fino al 2011, ma l'intero consiglio di amministrazione (Cobolli Gigli compreso) e il ds Alessio Secco arriveranno a scadenza il prossimo giugno: a John Elkann potrebbe venire in mente di voltare decisamente pagina.

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