La Juventus formula D-2 congela i guai di Ferrara

EMERGENZA Il Cda ha deciso di intervenire sul mercato. Seconda operazione per Iaquinta?

Vigilia confusa, partita ordinaria. La Juventus passa il turno, vanno in gol i suoi artisti alla memoria, Diego e Del Piero due volte, Ferrara elimina il Napoli ma qualcuno pensa a eliminare lui medesimo. Da Mosca a Torino le notizie viaggiano ad alta velocità, la freccia non è rossa ma bianconera. Dicono che Guus Hiddink abbia lasciato la piazza Rossa per attraversare piazza Castello, sia stato segnalato verso il lungo Po, avrebbe pranzato nel ristorante già luogo preferito di Baggio e Zidane, mica brocchi e riserve, e quindi sottoscrivere contratto di impegno con la società bianconera, depositato presso lo studio dell’avvocato Briamonte, uno dei legali del club. Il leggendario stile Juventus prevederebbe altri comportamenti e stili ma questo passa il convento del Lingotto e di corso Galileo Ferraris, dunque ieri sera Ciro Ferrara si è presentato fedele al posto di lavoro mentre alle sue spalle i congiurati gli avrebbero preparato le candele e la corona di fiori. Dalla Russia con rumore arrivano notizie contraddittorie, Hiddink non riceve salario dall’1 di gennaio scorso, non sono finiti i rubli o i dollari, ma sta cambiando il presidente della federcalcio e non è detto che il nuovo eletto potrà confermare gli emolumenti. Fino a febbraio, sempre secondo radio Mosca, l’olandese non potrà assumere altri incarichi.
La vicenda è grottesca, se non si trattasse di calcio si potrebbe chiedere l’apertura di un’indagine tesa ad accertare se i personaggi e interpreti siano in possesso di tutte le facoltà. Il consiglio di amministrazione ha deciso di aprire la cassa e spendere qualcosa vista l’emergenza, monsieur Blanc nei giorni scorsi aveva detto il contrario, l’importante è avere le idee chiare. Visto lo scenario, o scemario, perché stupirsi di come stiano andando le cose alla Juventus? Ieri sera Tim cup, un torneo che ha come sponsor una ditta assai cara ai tifosi bianconeri e ad alcuni dirigenti, che nostalgia dell’estate duemila e sei!
Contro il Napoli Ciro Balboa ha mandato in campo quello che gli è rimasto e, per aggiungere sale alle ferite, sembra che Iaquinta, assente dall’anno scorso, rischi una nuova operazione ai legamenti, avrebbe i crociati lesi, dunque se Hiddink arriverà, prima di scoprire Vinovo, chieda informazioni sul più vicino santuario. Mazzarri se la rideva in silenzio pensando che qualcun altro non passerà ‘a nuttata mentre lui ha risollevato un Napoli donadonizzato, con qualche colpo di mercato e di fortuna. Ambiente previsto, tifosi torinesi beceri con gli striscioni rivoltati, qualche insulto da repertorio «Noi non siamo napoletani!» (chissà che ne pensano Ferrara e Cannavaro), cori nostalgici per Nedved, derisione per Rocky da Napoli («Adriaaaaana!»,) altri berci contro Balotelli (ma quando squalificheranno questo stadio?), i soliti petardi e bengala idioti, esplosi a grappoli senza alcun intervento dell’arbitro Romeo, il diesse Secco che dopo dieci minuti viene sorpreso dalle telecamere mentre parla al telefono (con l’olandese?), fotogrammi dell’Olimpico deserto.
Per capire lo stato dell’essere juventino basterebbe osservare la faccia, l’espressione intendo, di Alessandro Del Piero, il capitano, il leader, l’uomo della storia: non una smorfia, non una parola, non un cenno di rabbia, di stimolo ai colleghi, apatia o astuzia, fate voi. Juventus rattrappita per paura ma in gol, con tiro sporco di Diego, dopo 24 minuti, mentre i napoletani strillano perché Datolo giaceva (in sceneggiata prolungata) per un fallo di gioco, dicesi fair play. Romeo, l’arbitro, è mediocre, non vede Contini che pesta con un calcio Del Piero a terra, anche questo è fair play.

Mazzarri ha provato a mettere dentro i titolari, Hamsik, Maggio e Quagliarella mentre nella Juventus momenti eroici di Del Piero alla ricerca vana di se stesso, il suo gol, al 32’, un rigore in corsa, è una specie di liberazione da chissà quale tormento, come se si trattasse della finale di champions. Poi anche un rigore vero del capitano, per fallo da brocco di Contini su Diego. Troppa grazia. Nessuno si illuda. Il prossimo 28 a Milano, contro l’Inter. Con Ciro o con Guus? C’è chi blatera anche di Van Basten...

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