Herat - Tre soldati italiani sono rimasti feriti da un’esplosione a nord di Kabul. Le notizie più drammatiche, però, arrivano dall’Afghanistan occidentale dove gli americani sono accusati di aver ucciso 76 civili in un’ondata di bombardamenti.
Ieri mattina, alle 7.20 locali, una piccola colonna del nostro contingente si stava dirigendo fuori dalla capitale. Circa 20 chilometri a nord di Kabul un mezzo è stato investito da un’esplosione nella parte posteriore. Il veicolo coinvolto è un Vm 90, il meno protetto che abbiamo in Afghanistan. Nella parte posteriore è scoperto e ha solo due piastre protettive laterali. La deflagrazione ha ferito leggermente tre soldati. Non è stata forte. Se fosse stata una vera e propria trappola esplosiva non ci sarebbero stati superstiti. «Non è stato un incidente, ma non sappiamo ancora con precisione cosa ha provocato l’esplosione», dichiara al Giornale il tenente Giuseppe Genovesi, portavoce del contingente Italfor a Kabul. Due dei soldati feriti appartengono al 2° reggimento Genio guastatori di Trento, mentre il terzo è un alpino del 9° reggimento dell’Aquila. La missione dei militari era bonificare e far brillare degli esplosivi rinvenuti nella zona. E in un primo momento si pensava che l’esplosione poteva essere collegata. Il tenente Genovesi ha però sottolineato che «il personale non era ancora giunto sul posto della bonifica». La zona a nord di Kabul è relativamente sicura, anche se frequentata da convogli militari diretti alla grande base Usa di Bagram. I soldati italiani coinvolti nell’esplosione viaggiavano su una strada parallella, in un’area rurale. Lo strano attentato, comunque fallito, aumenta l’allarme per le nostre truppe nella capitale, dopo la tragedia dei 10 militari francesi massacrati a sud est di Kabul.
Haroun Mir, una specie di portavoce ufficioso dei servizi segreti afghani, ha denunciato che è oramai iniziata «la strategia di accerchiamento di Kabul» da parte dei talebani. I seguaci di mullah Omar si sono alleati con le cellule di Al Qaida ed i resti dell’Hezbi i Islami di Gulbuddin Hekmatyar. Proprio gli uomini del vetusto signore della guerra afghano sarebbero i principali sospettati dell’agguato ai militari francesi nel distretto di Surobi. I talebani stanno moltiplicando i loro attacchi anche nella province di Wardak e Logwar, ad ovest e sud di Kabul. L’obiettivo finale sarebbe «una marcia sulla capitale», secondo Haroun Mir. Kabul non cadrà nelle mani dei talebani, ma dall’inizio dell’anno sono circa 3400 gli afghani, in gran parte miliziani, uccisi. A questi si aggiungono 178 militari stranieri.
Dall’Afghanistan occidentale, sotto il comando italiano del generale Francesco Arena, sono giunte ieri le notizie più drammatiche, ma contraddittorie. Gli americani sostengono di aver ammazzato 30 pericolosi talebani in un bombardamento. Fra questi sarebbe stato eliminato anche il noto comandante mullah Sadiq. Il governo di Kabul ha invece aperto un’inchiesta denunciando nello stesso attacco la morte di 76 civili. Il ministero degli Interni di Kabul ha emesso un comunicato in cui accusa gli americani di aver massacrato nei raid aerei di ieri mattina e dei giorni scorsi una cinquantina di bambini al di sotto dei 15 anni e 19 donne. «Il ministro dell'Interno - si legge in una nota - ha inviato sul posto una squadra di dieci esperti» per approfondire le informazioni fornite dal capo della polizia dell'Afghanistan occidentale, Akramuddin Yawer, che aveva riferito di quindici abitazioni civili distrutte.
Invece il ministero della Difesa afghano sostiene che gli americani hanno eliminato 25 talebani e 5 civili. Il portavoce militare Usa, colonnello Rumi Nielson-Green, ha smentito la notizia che nei raid siano stati colpiti degli afghani innocenti. L’unico dato certo è che il bombardamento è avvenuto nell’area di Shindad, a sud di Herat, vicino alla spinosa provincia di Farah. Gli americani da settimane stavano conducendo in zona una pesante operazione per snidare gli insorti. Le forze Usa che operano nella zona di Shindad e Farah ricadono nella missione Enduring freedom, di lotta la terrorismo, e non rispondono direttamente al comando Nato di Kabul, bensì a quello di Bagram. E tantomeno al generale Arena responsabile del settore ovest.
Quando questo genere di unità interviene, viene
chiesto ai nostri soldati di star fuori dalla sua zona di “caccia”. Per questo motivo dal contingente italiano ad Herat, composto da 1800 uomini, non vengono rilasciate dichiarazioni sulla spinosa notizia dei bombardamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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