Buon compleanno, Kalashnikov. Ha compiuto 60 anni il più famoso e diffuso fucile d'assalto e a festeggiarlo è proprio il padre dell'arma, il pluridecorato generale Mikhail Kalashnikov, 87 anni, che ha ricevuto le congratulazioni di Vladimir Putin e ha inaugurato a Mosca, presso il museo della guerra, una mostra dedicata al suo capolavoro. Un'arma prodotta in 70, forse 100 milioni di esemplari, costruita più o meno legalmente in innumerevoli Paesi, adottata da decine di eserciti e presente in ogni conflitto combattuto nell'ultimo mezzo secolo. Si calcola che abbia fatto migliaia di morti.
La leggenda vuole che Kalashnikov, giovane sergente pilota di carri armati con il pallino della meccanica, abbia ideato il suo fucile nel 1941, mentre si trovava in un letto di ospedale, ferito in battaglia contro le forze naziste. Kalashnikov si era già fatto notare per alcune invenzioni geniali nel campo delle armi leggere e degli equipaggiamenti per i mezzi corazzati e gli fu permesso di perfezionare l'idea, lavorando presso i centri di ricerca militari. I prototipi del suo fucile furono progressivamente migliorati e sottoposti a prove severissime ed infine l'AK-47, in calibro 7,62x39 mm, fu adottato dall'esercito sovietico, nel 1949, prodotto in milioni di pezzi, diffuso presso tutti gli eserciti del Patto di Varsavia. Kalashnikov intanto non rimase con le mani in mano, oltre a migliorare il suo fucile, sviluppò una vera famiglia di armi leggere, comprendente fucili mitragliatori, mitragliatrici leggere e pesanti (Kalashnikov ha progettato circa 150 armi).
La produzione del modello iniziale AK-47 terminò nell'Urss alla fine degli anni '60, lasciando il passo a varianti via via migliorate. Nel 1974 venne adottato il Kalashnikov di seconda generazione, AK-74, costruito per utilizzare una nuova munizione (5,45x39 mm) e che a sua volta è stato prodotto in milioni di esemplari e diverse varianti.
Attualmente l'Esercito russo impiega i fucili della cosiddetta «serie 100», che rappresenta la terza generazione di Kalashnikov e che ha ancora un certo grado di parentela con l'arma originaria. In realtà, anche se nessuno si azzarderebbe di sostenerlo in presenza del suo inventore, l'AK-47 non è del tutto originale, perché tiene conto delle realizzazioni belliche americane e tedesche, a partire da quello che viene un po' considerato come l'antesignano dei moderni fucili d'assalto, lo StG44, con la sua munizione 7,92x33 mm. Del resto nel campo della meccanica delle armi leggere sono poche le invenzioni «assolute».
L'AK-47 però, costruito per impiegare la munizione 7,62x39 M1943, presenta innumerevoli vantaggi: è molto semplice, costa poco, ben si adatta alla produzione di massa e garantisce una eccezionale affidabilità. L'AK funziona sempre, al caldo, al freddo, non richiede particolare cura, può essere maltrattato, non soffre il fango, acqua, sabbia. È abbastanza ergonomico, compatto. Ecco perché è da sempre l'arma classica di movimenti di guerriglia e forze irregolari: chiunque può imparare ad usarlo in breve tempo e nel malaugurato caso che si rompa o si logori può essere sostituito senza problemi, visto che costa così poco.
L'AK-47 poi è inconfondibile: oltre al design, con il classico caricatore «a banana», ha una «voce» ben riconoscibile ed i bossoli esplosi presentano una peculiare «acciaccatura». Dà il suo meglio impiegato a brevi e medie distanze, fino a 300 metri, quelle classiche di combattimento. Non è particolarmente preciso e basta sparare pochi colpi per arroventarne la canna, ma non tradisce. Ecco perché in molti, anche in Occidente e persino in Israele, si sono ispirati all'AK-47 quando hanno progettato i propri fucili.
E a dimostrazione che l'idea originale alla base dell'AK-47, quella di una munizione con potenza media era centrata, anche le forze speciali Usa impiegano armi con lo stesso identico calibro... quando non si servono direttamente di AK acquistati o «trovati» nei teatri operativi.
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