Kamikaze in Giordania, devastati tre alberghi

Una comitiva di turisti americani si salva per un soffio: «C’erano corpi ovunque»

Claudia Passa

da Roma

È vero, le forze Usa in Irak hanno utilizzato il fosforo bianco nell’operazione «Al Fajr», a Falluja. Ma non per uccidere. Tantomeno per colpire civili inermi, che non sono il bersaglio della coalizione internazionale ma piuttosto dei cosidddetti «guerriglieri» che del terrorismo hanno mutuato metodi e filosofia di lotta. Gli americani hanno utilizzato il fosforo bianco come fumogeno o per illuminare, per segnalare gli obiettivi. E non v’è convenzione al mondo che lo vieti. Bastava poco per scoprirlo: leggere il Marine Corps News, per esempio. Magari rivolgersi ai diretti interessati, che non avrebbero avuto alcuna difficoltà a spiegare cos’è accaduto nella battaglia di Falluja. Oppure domandarsi perché nessuno dei reporter presenti sul campo all’epoca dei fatti abbia mai fatto cenno alle scene da apocalisse raccontate da Rai News 24 nei giorni scorsi, con un anno di ritardo: bombardamenti a pioggia sui civili sorpresi nel sonno, donne e bambini annientati dall’agente chimico che «scioglie fino alle ossa». Addirittura ondate di un presunto «napalm» riveduto e corretto durante una battaglia «che nessuno ha potuto vedere». Fino allo spettro del complotto internazionale: «Avevo raccolto testimonianze sull’uso del fosforo e del napalm da alcuni profughi di Falluja che avrei dovuto incontrare prima di essere rapita - ha detto Giuliana Sgrena a Rai News 24 - Avrei voluto raccontare tutto questo, ma i miei rapitori non me l’hanno permesso».
Andata in onda la trasmissione, esauriti gli inevitabili strascichi politici tutti italiani, l’ambasciata degli Stati Uniti d’America ha respinto al mittente ogni accusa. «Questo documentario appare non neutrale, elaborato da professionisti che non si trovavano a Falluja all’epoca dei fatti raccontati - si legge in una dura nota indirizzata al direttore dell’emittente, Roberto Morrione - Oltre 100 giornalisti invece sono stati “embedded” con le Forze di Spedizione dei Marines» per dar conto dell’operazione Al Fajr. «Il documentario viene mandato in onda un anno dopo gli eventi che pretende di descrivere - continua il comunicato dell’Ambasciata Usa in Italia - Tuttavia, nel confezionare questo servizio, nell’arco di un anno di tempo, gli autori non si sono curati di chiedere alcun commento in merito alle ipotesi da essi avanzate. Se lo avessero fatto, sarebbe stato detto loro che le forze statunitensi non hanno né preso di mira i civili né usato in modo indiscriminato le armi di cui si riferisce».
Né napalm, dunque, né fosforo bianco «come armi chimiche o come surrogato». Non solo: gli Usa «hanno distrutto l’ultima riserva esistente di napalm nel 2001». Anche perché la bomba incendiaria Mk77 definita da Rai News 24 «una versione del napalm», in realtà - dicono gli Usa - «non è napalm. La sua composizione chimica è diversa. Non è fuorilegge o illegale». E, comunque, in Irak «non è mai stata usata nell’Operazione Al Fajr», ma solo «tra marzo e aprile del 2003, quando i Marines hanno utilizzato molte bombe contro obiettivi militari legittimi». Quanto alla teoria dell’utilizzo di fosforo bianco contro obiettivi umani, «sostenerlo è semplicemente sbagliato», poiché l’agente chimico viene usato «come fumogeno o per segnare gli obiettivi».


«Le forze di sicurezza irachene - conclude l’ambasciata - e la forza multinazionale sono impegnate da due anni e mezzo in operazioni contro i terroristi, gli insorti ed elementi del vecchio regime», compiendo ogni sforzo «per evitare la perdita di vittime innocenti, nonostante la pratica seguita da elementi del vecchio regime, dai terroristi e dagli insorti di prendere deliberatamente di mira i non combattenti, di usare i civili come scudi umani e di mettere in atto. È questa la storia vera, e viene riportata da giornalisti provenienti da tutto il mondo».

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